Contributo di Celine Antonini, candidata Plr al Consiglio comunale di Lugano
LUGANO - La pandemia ha messo in difficoltà tutta l’economia e non ha risparmiato la cultura, che necessiterà di un nuovo slancio. Al tempo stesso, più di cinque anni dopo l’apertura del LAC, che ha rivoluzionato la vita culturale luganese, sembra legittimo chiedersi quali possano essere ulteriori assi di sviluppo complementari e innovativi. Il LAC non è infatti stato concepito per rispondere a tutte le esigenze della vita culturale cittadina, ma piuttosto come catalizzatore di una realtà ricca e diffusa sul territorio. Siamo in un momento chiave per pensare a nuove iniziative in ambito culturale.
Una possibilità concreta è quella di introdurre un pass cultura per i 18enni, ispirandosi a quanto realizzato recentemente in Francia. Il principio è il seguente: i neo 18enni di Lugano ottengono dalla città, al posto dell’attuale omaggio, un pass cultura (possibile valore: 200 franchi), che potrebbe essere integrato alla nuova MyLugano Card. Con due terzi della somma il 18enne ha accesso a concerti, film, mostre, corsi di musica e spettacoli di ogni genere sul territorio, per un anno intero. Con la parte rimanente, il giovane può invece sostenere a sua scelta un operatore culturale iscritto al programma (associazione, organizzazione, locale ecc.). Se consideriamo una media di 600 neo 18enni all’anno, il costo per la Città si aggirerebbe sui 120'000 CHF. Somma sostenibile anche con la situazione finanziaria che si prospetta.
Quali i vantaggi di una tale iniziativa? Primo, i giovani avrebbero non solo un accesso facilitato alla vita culturale, ma ne sarebbero pure protagonisti. Avrebbero l’occasione di conoscere meglio le iniziative del territorio e di decidere proattivamente quali sostenere, scegliendo per esempio realtà nei loro quartieri. E’ utile ricordare che i giovani sono già di fatto all’origine di iniziative degne di nota nel Luganese, come il Cinema Lux, Sonnenstube, il Turba ecc. In secondo luogo, gli operatori culturali avrebbero l'occasione di farsi maggiormente conoscere. Terzo, la Città otterrebbe una visione d'insieme più accurata delle iniziative esistenti e della loro rispondenza. Senza dimenticare che il pass sarebbe complementare ai progetti esistenti per coinvolgere i giovani nella vita culturale.
L’idea potrà essere estesa anche oltre i confini cittadini, ad esempio con l’introduzione da parte del Cantone di un pass per gli studenti di primo anno dell’USI. L’USI verrebbe così integrata a pieno titolo nel mosaico culturale del Cantone, fungendo anche da catalizzatore per ulteriori iniziative.
Pensiamo a proposte concrete per ripartire con ottimismo. Il pass cultura, attuabile in tempi brevi e in grado di dare un segnale forte ai giovani e a un settore fondamentale per il benessere della società e dell’economia, può essere una di queste.