Il nuovo capitolo dell'appassionante saga su Nintendo Switch è un vero e proprio tuffo al passato
LUGANO - Tre possibilità, una sola scelta. La prima volta erano Squirtle, Charmander e Bulbasaur, in Pokémon "Diamante lucente" e "Perla splendente" sono Piplup, Chimchar e Turtwig, in una selezione che rimane tanto importante quanto emozionante, in vista del lungo viaggio che ci si appresta a intraprendere.
Ed è proprio il collegamento al passato che permette ai due nuovi giochi del franchise - i remake per Nintendo Switch di Pokémon "Diamante" e "Perla", usciti nel 2006 per Nintendo DS - di cullare chi si lancia all'avventura in un'atmosfera nostalgica per chi - come noi - ci ha già passato ore e ore in passato. Una storia che nonostante ciò fila liscia, anche grazie alla nuova interfaccia e ai combattimenti spettacolari e più realistici (almeno a livello di proporzioni).
Una novità delle due uscite è che per la prima volta per un gioco Pokémon lo sviluppatore principale non è Game Freak. Sono infatti stati sviluppati da ILCA, un team giapponese con sede a Tokyo, in occasione del 25esimo anniversario dell'evento Pokémon. Eh già: sono già passati 25 anni dal lontano 1996, quando sono usciti Pokémon "Blu" e "Rosso", giochi che hanno ben presto conquistato il mondo.
Un remake fedele - Rispetto ad alcune recenti uscite targate Game Freak (ad esempio Pokémon "Let's Go") la strada intrapresa in questi remake è principalmente l'accurata fedeltà rispetto agli originali. Un aspetto per cui "Diamante lucente" e "Perla splendente" ottengono pieni voti: ILCA si è attenuta in modo stretto agli originali, concedendosi solo poche modifiche a livello di meccanica e di grafica. Lo scheletro della storia nella regione di Sinnoh è invece lo stesso: le città, i percorsi, gli allenatori e il Pokédex corrispondono a quelli di "Diamante" e "Perla".
Spicca invece l'aggiunta dello stile artistico chibi durante le esplorazioni, molto popolare nei manga. Un nuovo aspetto dei protagonisti - raffigurati con testone e occhioni - che al primo impatto è un po' strano, e che a molti potrebbe non piacere.
Poco coraggio? - Una critica che si può lanciare è inoltre una mancanza di coraggio nel provare nuove dinamiche per tentare di migliorare gli originali, e di evolvere ulteriormente una franchise tra le più solide al mondo. L'audacia può però stare anche nel fatto di aver deviato dai tentativi di modernizzare lo stile messo in atto dai precedenti remake, rilanciando il modello top-down classico delle prime uscite della serie.
A livello di gameplay desta qualche dubbio la condivisione dei punti esperienza tra tutti i Pokémon della propria squadra, al termine di un combattimento: seppur faciliti la crescita di tutti i propri compagni di lotta, non c'è un modo di disattivarla, e rischia di rendere troppo forte il team troppo velocemente.
Come i giochi originali del 2006, la differenza principale tra le due versioni sono in primis i Pokémon esclusivi: ognuno dei due giochi presenta una manciata di creature che non possono essere trovate nell'altra versione, compresi i Pokémon leggendari al centro della storia.
Il gioco è tutto sommato scorrevolissimo, senza alcuni cali di framerate o rallentamenti, in un'atmosfera gratificante e avvincente che invita a proseguire il proprio viaggio per completare il Pokédex. Per i veterani della saga questi titoli sono quindi un bel tuffo nel passato, nostalgico ed emozionante, mentre chi vi si vuole lanciare per la prima volta nella carriera di allenatore ha davanti a sé una grande avventura, fedele ad una storia originale che ha appassionato milioni di giocatori.
VOTO: 8,5
Pokémon "Diamante Lucente" (versione provata) e Pokémon "Perla splendente" sono disponibili per Nintendo Switch. Li abbiamo recensiti con una copia gentilmente messa a disposizione da Nintendo.
RK