L’uso del CO2 nelle coltivazioni indoor di Cannabis per una migliore crescita delle piante
Ogni pianta per vivere ha bisogno di quattro elementi fondamentali: acqua, luce, anidride carbonica e nutrimenti. È grazie a questi primi tre elementi che può avvenire la fotosintesi, essenziale per la sopravvivenza e la crescita della pianta. La Cannabis non fa eccezioni quanto a questa regola fondamentale.
In una coltivazione indoor, dove tutti i parametri del ciclo vitale della pianta possono essere controllati, anche l’anidride carbonica (CO2) può essere dosata per garantirne la quantità perfetta alle piante.
Cosa fa la CO2 per le piante?
Le piante estraggono la CO2 dall’atmosfera utilizzando gli stomi, che sono i pori attraverso cui le piante “respirano”. La combinazione tra CO2, acqua e luce fa iniziare la reazione di fotosintesi, che produce composti organici, che la pianta utilizza per crescere, ed ossigeno, che viene rilasciato nell’atmosfera.
Aumentando i livelli di CO2 nell’ambiente in cui le piante di Cannabis vengono coltivate, queste cresceranno con più energia a disposizione, posto che ricevano una quantità di luce, acqua e nutrimenti appropriata. Le quantità di questi elementi devono sempre andare di pari passo, senza, ovviamente, mai raggiungere livelli troppo elevati. Ad esempio troppa CO2 e poca luce, o viceversa, e la reazione di fotosintesi non sarà ottimale, vanificando l’aumento del primo o del secondo parametro.
Un equilibrio preciso
I benefici dell’introduzione di CO2 nell’ambiente di crescita delle piante sono ampiamente conosciuti, ma come abbiamo detto poco sopra, questa va sempre bilanciata attentamente. Un dosaggio preciso è essenziale non solo affinché la fotosintesi possa avvenire in maniera ottimale, ma anche per salvaguardare chi lavora all’interno delle strutture adibite alla coltivazione.
La CO2 può infatti risultare letale per gli esseri umani se la sua concentrazione raggiunge le 5000ppm, mentre la rendita delle piante continua a migliorare anche al di sopra di questa concentrazione di anidride carbonica nell’aria. Per questo solitamente si usano dei sofisticati sistemi che rilasciano CO2 solamente quando la concentrazione di questo gas nell’ambiente scende al di sotto di un determinato livello, affinché non si possa causare danni a chi lavora tra le piante.
Normalmente per le produzioni di cannabis indoor o serra, questi valori si aggirano attorno a livelli che oscillano 900-1’200ppm, 3-4 volte la quantità presente normalmente nell’aria.
Come rilasciare CO2
I sistemi di rilascio di CO2 devono essere progettati solo da professionisti i quali possono garantire il perfetto funzionamento, data la pericolosità di questo gas per gli esseri umani.
Nelle strutture più grandi il sistema è essenzialmente composto da bombole di anidride carbonica compressa, computer e sensori per il monitoraggio dei livelli di concentrazione del gas nell’aria. Altri sistemi, più amatoriali, lavorano attraverso l’utilizzo di apposite pastiglie effervescenti, oppure tramite sistemi a bruciatore, che incendiando un gas all’interno di una camera di combustione rilasciano CO2 nell’aria.
Articolo a cura di MA True Cannabis