Il trend è cambiato nel corso degli anni, ma la fantasia rimane una costante nelle preferenze onomastiche
Il dottor Raffaele Morelli, psicologo, afferma che la scelta del nome del neonato deve essere della mamma, senza influenze o condizionamenti da parte del papà del bambino o di certe tradizioni che vorrebbero tramandato il nome dei nonni. Il nome scelto dalla mamma, in completa autonomia, rafforzerebbe il legame empatico con il bambino e il modo in cui la donna lo pronuncerà confermerà al piccolo, ogni volta, il particolare legame che c’è tra loro. Nell’antica Roma si diceva «nomen omen», ovvero il destino nel nome, in una sorta di augurio che partiva dalla valorizzazione dell’identità personale. In qualsiasi epoca ed in qualsiasi luogo, comunque, il nome dei propri figli è la parola magica intorno alla quale ruota la vita di ogni genitore, ma per sceglierlo è fondamentale farsi guidare dal buon senso e dal buongusto evitando nomi vip o troppo strani scelti o coniati per marcare una distinzione.
Un nome astruso può essere facilmente storpiato e l’eccessiva simpatia giocata con il cognome può cadere nel ridicolo e dare adito a sberleffi. L’importante, comunque, è lasciarsi ispirare dal bebè e scegliere il suo nome, in una rosa di tre o quattro preferiti, dopo averlo preso in braccio. Tutto questo in linea generale, perché la realtà rivela sempre una sfilza di nomi molto particolari: il nome troppo ingombrante del nonno paterno o quello della cantante del momento che alla maggiore età del pargolo sarà scomparsa dal panorama musicale mondiale. In linea di massima, ovunque le diverse epoche hanno ricomposto il proprio ambito culturale, effettuando anche delle selezioni tra gli elementi disponibili. Più nomi popolari e meno storici, per esempio, in un susseguirsi di scelte legate al momento storico vissuto, ma anche alle convinzioni politiche o religiose, ai gusti letterali e artistici.
Sino al secolo scorso, quando le mode non erano ancora eccessivamente condizionanti, i nomi in voga erano quelli più classici e meno paillettati, riflettevano i tratti della società contemporanea che subiva anche l’influenza del fascino esotico. Quelli che hanno mantenuto una buona diffusione sono i nomi augurali ai quali si sono affiancati anche quelli zoonimi tanto che non è difficile incontrare Orso, Lupo e Leone (la famiglia Elkann ha fatto recentemente scuola con Oceano, Leone e Vita). Emma, Mia, Alice, Emily e Sofia per le bambine, e Liam, Noah, Alessandro, Leonardo e Leon, per i bambini, sono le preferenze onomastiche svizzere degli ultimi anni; Alice, Emma Greta, Beatrice ed Anna, Lorenzo, Mattia, Andrea Riccardo e Tommaso, quelle nella vicina Italia.
TMT (ti.mamme team)