Plantari e scarpine ortopediche sono spesso costrizioni inutili da evitare
Tutti i bambini, da piccoli, hanno i piedi piatti. Appurato questo, è importante capire come comportarsi nel caso la condizione permanga anche durante la crescita. Nei primi anni di vita, l’arco plantare non è ancora adeguatamente formato e, essendo flessibile, consente il movimento senza problemi. La condizione è definita fisiologica, quindi normale, e rientra con l’età tanto che entro i dieci anni sono pochissimi i bambini che la presentano. L’ansia dei genitori che scorgono questa imperfezione, tendenzialmente passeggera, nei piedi dei propri figli, li induce a ricorrere ad uno specialista che generalmente prescrive scarpine ortopediche o plantare.
Nella quasi totalità dei casi (il 90% circa), la prescrizione non è necessaria, mentre la visita ortopedica sarà realmente indispensabile se, durante le visite dal pediatra, si riscontrasse un peggioramento della situazione, con aggiunta di rigidità e dolore, o se verso gli otto anni, il piede piatto fisiologico non presenta miglioramenti. È in questi casi che il consulto dello specialista permetterà di valutare la situazione ed adoperarsi con una terapia appropriata che comprende plantare e fisioterapia o l’intervento chirurgico.
Per favorire il corretto sviluppo dei piedini, sarà utile lasciare che i piccoli si muovano liberamente, mettendoli a terra sin dai primi mesi di vita. No alle scarpe appena i pargoli cominciano a stare in piedi ed alle calzature rigide e con rinforzi che intralciano la corretta formazione del piede. In assenza di circostanze particolari (come freddo, igiene, sicurezza) è preferibile far camminare i piccoli scalzi su terreni irregolari, quindi sulla sabbia, la terra e l’erba. Inoltre è consigliabile scegliere calzature leggere e morbide ed è suggerito invogliare i piccoli al movimento con passi sulla punta e i bordi interni ed esterni dei piedi, ma anche corsa, ballo ed arrampicate.