Vietato il pesce crudo, ma le alternative per i piccoli sono furbe e gustose
In famiglia siete appassionati di cucina orientale e, in particolare, di cucina giapponese? Buon per voi. Ma se in casa ci sono bambini piccoli è bene trattenersi dal condividere con loro sushi e sashimi. Sicuramente sarete sempre attente a scegliere le preparazioni nipponiche in ristoranti noti per la freschezza delle materie prime e per l’igiene mantenuta nella loro preparazione, ma per i bambini questo potrebbe non bastare. Tutti i cibi di origine animale, infatti, dovrebbero essere consumati previa cottura per eliminare parassiti e batteri potenzialmente pericolosi per l’organismo. Cuocere carne, pesce, latte e uova permette di eliminare eventuali germi all’origine di intossicazioni o infezioni. Nei pesci di mare, in particolare, è possibile trovare l’anisakis, parassita capace di provocare diarrea, vomito, dolori addominali, febbre e persino allergie o ulcere.
Soprattutto con i bambini, quindi, è preferibile non correre rischi inutili: tanto è possibile anche che il pesce crudo, viscido e molliccio, li disgusti affossando ogni velleità di esperienze culinarie esotiche! Gli specialisti sono concordi nell’indicare come assolutamente vietato il sushi sino a tre anni e per sicurezza, meglio arrivare ai sei, per scongiurare il rischio di un’infezione gastroenterica che, soprattutto nei più piccoli, causa rapida disidratazione con compromissione delle condizioni generali. Se proprio si vuole condividere con i propri pargoli l’esperienza della cucia giapponese, si possono offrire loro i ravioli di carne, le insalate di riso e la japanese cotton cheesecake, il dolce diventato famoso per contenere solo tre ingredienti. Ma se sono i rotolini di riso ad incuriosire ed attrarre i piccoli commensali, si può giocare d’astuzia ed offrire loro nighiri e uramaki con pesce cotto, verdure formaggio e prosciutto. Dōzo omeshiagarikudasai: che in giapponese significa buon appetito!
TMT (ti.mamme team)