Quando l’abitudine di mordere supera la fase fisiologica diventando espressione di disagio
Mordono per conoscere, scoprire e capire, e mordono gli oggetti che capitano loro a tiro, ma anche i propri simili per scoprirne le reazioni. Questa abitudine si palesa già verso i 6 mesi di età e può protrarsi anche oltre i due anni assumendo una connotazione emotiva che può diventare un modo per intimidire. Il discorso può sembrare riferito a cuccioli di cane, invece riguarda i bambini perché, lo sappiamo tutti: i pargoli mordicchiano spesso e volentieri. Dai 6 ai 12 mesi lo fanno in cerca di sollievo dai fastidi della dentizione, poi continuano per segnare i confini della propria area di sicurezza sino ai 18 mesi, e per ottenere attenzioni e potere cercando di provocare reazioni negli altri sino a due anni. Dopo questa età, un bambino che morde lo fa per trovare uno sfogo ad emozioni inespresse e, a volte, anche per intimidire.
La prima fase è del tutto esplorativa e permette ai piccoli di conoscere il mondo attraverso la bocca, che è un organo di senso importantissimo. Superata la fase dell’apprendimento, il morso diventa un modo per comunicare che comprende tanto attestazioni di possesso che espressioni di fastidio. Crescendo, però, i bambini che continuano a mordere, nonostante abbiano altri mezzi per conoscere ciò che li circonda ed esprimere le proprie intenzioni, manifestano una mancanza di serenità dipendente da un senso di disagio o di insoddisfazione, oppure un’intimidazione. Superato il periodo del morso fisiologico, bisogna capire come sia più corretto gestire questo comportamento dei piccoli. Da evitare il rimprovero che, soprattutto in caso di preesistente disagio o frustrazione, peggiorerebbe la situazione aumentando lo stress del pargolo.
Distrarre il bambino nel momento in cui comincia a mordere, distoglierlo dall’attività praticata e farlo riposare, invitarlo ad esprimere i propri sentimenti a parole sono comportamenti utili da accompagnare dalla spiegazione di quanto sia sbagliato mordere «perché fa male», «perché non serve ad attirare attenzione» con un tono di voce pacato e fermo. Ovviamente vietato mordere il pargolo per fargli capire cosa succede, né mordicchiarlo per gioco onde evitare che lo acquisisca come un comportamento normale. Utile chiedere unione di comportamento tra tutti gli adulti che il piccolo frequenta: nonni, parenti, baby-sitter dovranno seguire la stessa linea di comportamento per correggere l’abitudine di mordere del cucciolo umano.
TMT (ti.mamme team)