Un sasso e tanti saltelli per trascorrere un pomeriggio divertente tra amici
Bastano un gessetto ed un sasso per cimentarsi nel gioco della campana, un passatempo da strada conosciuto dai bambini di tutto il mondo. Una serie di quadrati disegnati a terra rappresenta il percorso da seguire saltando su una gamba per recuperare la pietra lanciata precedentemente per quello che è un gioco semplice che affonda le radici nell’antica Roma, quando si chiamava gioco dello zoppo. Pare, infatti, che ad inventarlo siano stati proprio i pargoli di circa tremila anni fa per imitare i soldati romani che si allenavano a mantenere l’equilibrio su una gamba mentre marciavano indossando l’armatura. Un esempio di percorso risalente a quell’epoca è visibile sul lastricato dell’area archeologica del Foro romano. Il successo del gioco fu, evidentemente, enorme visto che si diffuse nel resto del vecchio continente e finì per conquistare il mondo intero, tramandato di generazione in generazione.
Ormai alla campana giocano tutti i bambini che in Brasile la chiamano amarelinha, avión in Messico, Colombia e Perù, xarranca in Spagna, tempelhupfen Germania, marelles in Francia, hopscotch in America, kenkenpa in Giappone, klassiki in Russia e tiao fang zi in Cina. Anche se nasce come gioco da fare all’aria aperta, nulla vieta di praticarlo anche in casa ricreando i quadrati nei quali saltare con del nastro adesivo oppure utilizzando un tappeto già stampato con il percorso del gioco, facilmente reperibile in commercio. Le regole del gioco sono piuttosto semplici. Si comincia disegnando dieci caselle numerate, abbastanza grandi da poterci saltare dentro, alternandone singole e a coppia con l’ultima – nella quale si può prevedere una sosta o, comunque, la giravolta per fare il percorso al contrario – anche a forma di cupola. Proprio questa potrà avere il nome di base, cielo o paradiso. Come si gioca? Si comincia lanciando il sasso nella prima casella senza toccare le linee che la delimitano
e, procedendo su un solo piede, si salta nelle caselle singole appoggiando anche l’altro piede in quelle accoppiate (un piede in ogni riquadro), evitando quella contente la pietra. Dopo aver girato nell’ultima casella, si completa il percorso fermandosi nel riquadro prima di quello con la pietra che dovrà evitato per finire il percorso dopo aver raccolto il sasso mantenendo l’equilibrio. E così via un numero
dopo l’altro. Alla campana si può giocare da soli, ma è indubbiamente più divertente se i partecipanti con i quali alternarsi a saltare sono molti. Ad ogni percorso completato si passa il sasso al giocatore seguente ed al proprio turno si continua dal numero successivo. Si perde il turno, invece, se la pietra finisce fuori dalla casella o sulla linea, se si perde l’equilibrio saltando o se si salta nel numero sbagliato o su una riga. La vittoria sarà del primo giocatore che riuscirà a piazzare la pietra in tutte le caselle, ma per rendere il gioco più difficile ed avvincente si possono integrare delle varianti come ridurre l’ampiezza delle caselle o fare parte del percorso ad occhi chiusi o stabilire un tempo massimo per completare il giro.
TMT (ti.mamme team)