Dai colori a dita ai triangoli di cera: tutti gli strumenti per aiutare i piccoli a scrivere bene
Si chiama presa a pinza ed è la posizione delle dita che consente la corretta impugnatura della penna o della matita sin dall’infanzia. Pollice e indice stringono la penna a due centimetri dalla punta, mentre il medio la puntella: sembra scontato, eppure non è un gesto del tutto naturale per i bambini. Il lavoro di preparazione alle spalle della corretta impugnatura, infatti, comincia dalla presa della forchetta ed affonda i suoi prodromi nelle sperimentazioni che il bebè fa già dai primi mesi di vita. La curiosità che spinge i pargoli a pinzare con le dita tutti i nuovi oggetti con cui entrano in contatto visivo, permette di allenare la loro coordinazione oculo-manuale, insieme alla muscolatura fine delle manine e la mobilità del polso. Esercizi che continuano quando, gattonando, i piccoli esplorano lo spazio che li circonda e gli oggetti che lo riempiono allenando lo sguardo a profondità e distanza ed imparando così a misurare lo spazio rispetto a se stesso.
E tutto questo risulta fondamentale anche nell’assunzione della corretta posizione del bambino rispetto al foglio sul quale deve scrivere: non troppo vicino, con il busto eretto e solo lievemente inclinato in avanti e la mano che non scrive aperta e ben poggiata sul foglio, sotto l’altra. Per mancini e destrorsi valgono le stesse regole pe la corretta impugnatura della penna che, è bene ricordarlo, è anche alla base del corretto sviluppo della scrittura e della lettura. Le insegnanti della scuola d’infanzia guidano i piccoli nei primi grafismi aiutandosi con utili strumenti a disposizione come colori a dita e triangoli di cera che migliorano l’allenamento delle manine e favoriscono l’approccio all’impugnatura a pinza. Un lavoro più faticoso di quanto possa sembrare soprattutto per i bambini, ma necessario per evitare problemi ed aiutare i pargoli ad evitare impugnature con il palmo della mano o il pugno chiuso. Ogni difetto di impugnatura deve essere delicatamente corretto senza indugiare. Aspettare, supponendo che il piccolo corregga autonomamente i propri errori, è inutile e controproducente ed intervenire quando il bambino arriva alla scuola primaria è molto complicato ed ancor più faticoso.
Al lavoro fatto a scuola, naturalmente, deve seguire anche un po’ di allenamento a casa filtrato con l’idea di gioco utilizzando gli strumenti indicati compresi anche i pastelli a cera. Il persistere del difetto di impugnatura può richiedere l’intervento di uno specialista, senza però pensare subito a problemi di disgrafia compresi tra i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Questi ultimi, infatti, possono essere diagnosticati dalla terza elementare in poi, quando il movimento della scrittura è ormai completamente assimilato. Da ricordare, inoltre, che l’impugnatura errata della penna non causa disgrafia – piuttosto il contrario – che è derivante da una neurodivergenza congenita che caratterizza il cervello del bambino interessato. In questi casi si ricorre all’impiego di strumenti compensativi ideati espressamente per agevolare nei casi di DSA e del tutto inutili per l’errata impugnatura della penna da correggere con pazienza sin dal suo primo profilarsi.
TMT (ti.mamme team)