Le condizioni necessarie all’utilizzo corretto e sicuro dello zaino porta enfant
Chi non pratica trekking o escursionismo in montagna difficilmente potrà interrogarsi sull’utilità di dispositivi specifici per svolgere queste attività in compagnia dei propri bambini. Quando i piccoli sono abbastanza grandi da poter affrontare sentieri adeguati sulle proprie gambette, infatti, il quesito non si pone, mentre negli altri casi è necessario interrogarsi sulla validità degli zaini porta bambino da montagna. La loro diffusione è simile a quella delle fasce porta bebè usate dalle mamme africane, asiatiche o sudamericane che imbracano il piccolo legandolo in modo aderente al proprio corpo, sulla spalla o sul petto, così da poterlo portare con sé rispettivamente al lavoro o in passeggiata. A differenza del kanga/mei tai/rezobo (il nome della fascia rispettivamente in Kenya, Cina e Messico), però, lo zaino porta enfant da montagna ha una struttura rigida che deve coniugare sicurezza e comodità per il piccolo ed anche per l’adulto che lo trasporta. Aspirando a queste due condizioni, bisognerà rispettare alcuni aspetti fondamentali.
Prima di tutto l’età minima del bambino tra trasportare che non deve essere inferiore ai nove mesi circa. Prima, infatti, il tono muscolare di tronco e collo del piccolo non è ancora sufficiente da garantire la stabilità da seduto e, quindi, nello zaino il bambino finirebbe per assumere posizioni innaturali potenzialmente pericolose e sicuramente scomode. Raggiunta l’età e quindi il giusto sviluppo fisico per poter essere scarrozzato in spalla ai genitori, il pargolo dovrà essere sistemato in uno zaino dotato di caratteristiche indispensabili, ricordando che le condizioni di comodità dell’adulto nel portare non sempre corrispondono a quelle del piccolo nell’essere portato. Lo zaino migliore, quindi, dovrà disporre di un imbrago idoneo ad evitare o, almeno, ridurre le oscillazioni di testa e tronco del bambino che dovrà avere anche un comodo sostegno del bacino ed un’ampia apertura per l’uscita delle gambe. Molto utile anche la presenza di un sostegno atto a non far rovesciare lo zaino contenente il bambino, quando lo si poggia a terra.
Accanto alle migliori caratteristiche dello zaino, però ci devono essere anche prudenza e buon senso nel suo impiego. Molte ore di trasporto sono da evitare perché il piccolo non riuscirà a dormire e finirà con l’innervosirsi, meglio ridurre le distanze o prevedere un adeguato numero di soste per provvedere alle esigenze del pargolo. Assolutamente no alle gite con gli sci che, in caso di caduta, potrebbero provocare lo schiacciamento del bambino o gravi traumi provocati da eventuali investitori, ed alle ferrate che potrebbero essere pericolose nel caso l’adulto perdesse l’equilibri a causa di uno spostamento del piccolo. In linea di massima, l’utilizzo dello zaino porta enfant in montagna è sicuro e piacevole per tutta la famiglia e favorisce l’amore per il movimento, la natura e la vita all’aria aperta, se scelto con le giuste caratteristiche ed utilizzato in condizioni di assoluta protezione.
TMT (ti.mamme team)