Via libera al parallel parenting per gestire le situazioni più ostili.
Il filosofo tedesco Schopenhauer lo definì il dilemma del porcospino, ovvero quella giusta distanza reciproca da trovare per cooperare senza ledere, applicabile anche in un contesto di separazione o divorzio, tra i genitori. La coppia distrutta, infatti, non è composta solo da due ex partner che si rinfacciano tutte le colpe possibili ed immaginabili, ma anche da due genitori in carica con diritti e soprattutto doveri nei confronti dei propri figli. Ed è proprio per il loro bene che due persone che hanno deciso di non stare più insieme devono trovare il modo per cooperare invece di farsi sterilmente la guerra. Il dilemma del porcospino, quindi si traduce nell’onesto compromesso da raggiungere per rispettarsi nel proprio ruolo di mamma e papà, riconoscendosi reciprocamente la capacità di prendersi cura dei figli. L’equilibrio che esisteva prima della separazione della coppia, sebbene andasse via via sgretolandosi tanto da portare alla soluzione finale del distacco, rappresentava un riferimento per la prole che ha il diritto ed il bisogno di mantenere e veder rispettato quel legame.
Mettendo da parte rabbia, delusione, dolore e persino vendetta, gli ex partner devono impegnarsi per mantenere viva una comunicazione civile e serena. Non è facile e per questo spesso è utile ricorrere ad un aiuto esterno che possa gestire la situazione indirizzandola verso i risultati positivi di una mediazione familiare. Come comportarsi? Impegnarsi per consentire ai bambini di vivere sereni nonostante la separazione, mamma e papà devono puntare ad una comunicazione effettiva che non lasci adito a fraintendimenti o confusione, quindi comprensibile e chiara. Eliminando volgarità e sarcasmo, gli adulti dovranno scegliere parole appropriate da utilizzare serenamente anche con il giusto tono di voce. Il lavoro da fare su se stessi sarà fondamentale per evitare di saltare a conclusioni sbagliate a causa del proprio stato d’animo deluso e arrabbiato. Una comunicazione telefonica o di persona richiederà calma e capacità di ascolto, mentre la scelta di comunicare per iscritto, evitando di cedere all’impulsività, richiede attenzione alla punteggiatura ed alle maiuscole. Spesso non ci pensiamo, ma basta davvero poco per alterare una frase di per sé innocua.
Sforzarsi di ricordare la capacità genitoriale dell’ex partner e superare il proprio astio per il bene dei pargoli è sempre fondamentale e se proprio non si riesce ad andare oltre la conflittualità della situazione si può optare per il parallel parenting. Questa soluzione aiuta a bypassare le difficoltà della co-genitorialità evitando le strategie comuni che richiedono accordo, e lasciando spazio al personale approccio genitoriale nel tempo in cui ci si occupa dei figli, senza l’obbligo di partecipare con l’ex partner a recite, gare sportive ed altri eventi relativi alla prole. Questo non significa, ovviamente, che mamma obblighi a mangiare il passato di verdure e papà dia il permesso per ingozzarsi di gelato e patatine fritte: il buon senso deve spingere ogni genitore ad operare per il bene e l’educazione dei piccoli. Con il parallel parenting la comunicazione sarà scritta e la responsabilità genitoriale sarà condivisa solo al cospetto di decisioni importanti. Tutto per centrare l’importante obiettivo di una buona vita per tutti.