Da fastidio passeggero a problema respiratorio. Ecco cosa controllare durante il sonno dei piccoli
Respirare male ha importanti ripercussioni negative sulla salute, ormai è noto ed è per questo che si presta particolare attenzione a tutti gli eventuali problemi di respiro anche nei bambini. Se prima, infatti, sotto la lente d’ingrandimento della medicina c’erano gli adulti – considerati i più esposti alle gravi conseguenze dei disturbi respiratori soprattutto durante il sonno -, oggi anche i più piccoli richiamano l’attenzione della scienza, perché le conseguenze dei problemi respiratori, anche se in modo differente, intaccano anche la loro qualità della vita. Respirare male durante il sonno provoca stanchezza, nervosismo ed irrequietezza durante il giorno che sono la prima conseguenza, mentre i problemi di salute, come patologie metaboliche e cardiovascolari, insorgono a lungo andare. Per questo è importante osservare attentamente ed intervenire tempestivamente se necessario. Premesso che tutti i bambini russano anche solo per una posizione strana assunta durante il sonno o perché hanno il nasino un po’ intasato, il fenomeno da monitorare è quello del russamento costante.
Nei piccoli sani, privi di malformazioni del volto o del cranio e di sindromi genetiche, le difficoltà respiratorie nel sonno derivano principalmente dalle dimensioni aumentate di adenoidi e tonsille e, quindi, la soluzione al problema è l’asportazione chirurgica di quegli organi. Spetta al genitore controllare il sonno del proprio pargolo per riconoscere i sintomi che accompagnano il russamento, quali agitazione, incubi, sudorazione durante l’addormentamento ed enuresi. Un riposo notturno caratterizzato da questi segnali porta nel bambino a stanchezza, cefalea, scarsa concentrazione ed irrequietezza durante il giorno e questa continuità deve destare preoccupazione nei genitori che dovranno rivolgersi al proprio medico di riferimento per effettuare le indagini strumentali più indicate. Il riconoscimento della natura del problema porterà all’intervento più appropriato anche in caso di apnee notturne, ovvero quella condizione data dall’arresto del respiro per più di 10 secondi durante il sonno.
A seconda della propria intensità i disturbi del respiro potranno essere classificati in:
- russamento semplice, che si verifica al massimo due volte a settimana senza particolari conseguenze sul sonno;
- russamento sintomatico, che incide sulla struttura del sonno alterando anche la qualità della vita del piccolo;
- UARS, ovvero sindrome delle aumentate resistenze respiratorie;
- Ipopnea ostruttiva e apnea.
La raccomandazione dei pediatri è quella di controllare assiduamente il sonno dei propri bambini, arrivando anche a registrare le eventuali anomalie riscontrate durante il loro riposo, annotando tutti i sintomi e gli eventuali cambiamenti nello stile di vita dei piccoli per potersi confrontare con il medico ed intervenire tempestivamente se necessario.