Gli errori da non commettere per offrire un aiuto utile ai figli alle prese con il male di vivere
Contrastare l’inoperosità, incoraggiare la vita sociale e l’esercizio fisico e mostrare fiducia sono i primi atteggiamenti che un genitore dovrebbe assumere per aiutare i propri figli imbrigliati dalla depressione. Piccoli compiti da svolgere quotidianamente sono un aiuto molto più grande di quanto sembri per un adolescente alle prese con il «male di vivere» che sfortunatamente colpisce i giovani come gli adulti. Sono numerosi gli elementi che concorrono nella depressione adolescenziale, che è una condizione difficilmente individuabile, e spaziano tra familiarità ed avvenimenti esistenziali. La propensione alla depressione, infatti, può essere ereditata e particolari esperienze vissute personalmente come gravi lutti, violenze domestiche, conflitti familiari o scolastici, e persino i disturbi dell’apprendimento possono spianare la strada verso il disturbo.
A questi fattori si aggiungono la difficoltà ad esplorare la realtà esistente oltre la sfera familiare, disturbi ormonali ed uso di sostanze che possono favorire lo sviluppo o il peggioramento della depressione. Un’eccessiva autocritica, insieme al senso di inadeguatezza ed alla sfiducia verso gli altri sono gli elementi che costituiscono la cosiddetta «triade negativa», altro preliminare della depressione come l’incapacità, per uno sviluppo ancora incompleto dello sviluppo cognitivo, di comprendere e gestire gli stati emotivi o di metabolizzare i modelli proposti soprattutto dai social media. A questo si aggiungono i danni fatti dal periodo di isolamento forzato ai quali siamo stati tutti condannati dalla pandemia da covid e che tanti danni ha fatto soprattutto nella fragile emotività adolescenziale. Riconoscere lo stato depressivo ed intervenire rapidamente per risolverlo è fondamentale per recuperare la situazione prima che si consolidi con conseguenze preoccupanti. L’aiuto di uno specialista è importante per comprendere il percorso da intraprendere anche se risulta impegnativo convincere un giovanissimo ad iniziare la terapia psicologica o farmacologica.
Il primo passo più importante devono compierlo, come sempre, i genitori che, mettendo da parte una legittima ansia per la situazione e gli inevitabili sensi di colpa, devono sforzarsi di non assecondare l’isolamento e l’indolenza nella quale scivolano i figli depressi. Mamma e papà devono essere un riferimento per dare sicurezza all’adolescente depresso, devono mostrare empatia evitando la negazione dello sconforto che attanaglia la sua emotività provando a recuperare i sentimenti positivi rimasti insabbiati mostrandosi disponibili a combattere insieme per superare i momenti angoscianti. Niente frasi brusche con le quali si vorrebbe scuotere e che invece vengono percepite come rimproveri e niente stereotipi incoraggianti che vengono tradotti come espressioni di incomprensione. Risvegliare la responsabilità di un adolescente depresso è fondamentale, così come l’aiuto a sfogare i sentimenti negativi magari condividendoli con persone imbrigliate dalle stesse emozioni deprimenti.
Sostituirsi ad un figlio depresso nel desiderio di sollevare il suo umore è assolutamente controproducente, mentre è utile spronarlo ad agire. Può essere difficile, soprattutto all’ombra dell’indomito senso di protezione che anima ogni genitore, ma aiutare un figlio a recuperare la propria forza interiore è il sostegno più importante anche in caso di depressione.