Conoscete il documento che permette di decidere in merito al parto e alle pratiche post nascita?
È il documento sul quale si scrivono le preferenze della futura mamma rispetto al parto e si allega alla cartella clinica della donna, affinché possa essere letto dal personale sanitario che assisterà al lieto evento. È il piano parto – che sarebbe preferibile chiamare piano nascita dalla definizione inglese birth plan – ed è una dichiarazione largamente utilizzata in America e in Inghilterra. La relativa diffusione del piano parto in Europa è legata alla convinzione che le pratiche comunemente portate avanti siano adeguate e provvedano a tutte le esigenze nel modo migliore e più collaudato. In realtà, sul documento trovano spazio le richieste della futura mamma per il parto, ma anche relativamente all’allattamento del bebè, all’assistenza per la partoriente prima e dopo la nascita, e ai rapporti con parenti e operatori sanitari. La finalità del piano parto è quella di consentire alla donna di ottenere massima attenzione e la possibilità di vedere ascoltate e rispettate le proprie preferenze anche nei momenti più concitati del parto.
Essendo varie le circostanze che possono verificarsi, la compilazione del piano nascita deve essere effettuata con attenzione dopo aver riflettuto sulle varie possibilità. Un confronto con il personale sanitario può risultare utile alla compilazione del documento e le occasioni per informarsi adeguatamente si ripropongono durante gli incontri che precedono il parto o chiedendo espressamente un appuntamento con la capo ostetrica del punto nascita in cui si partorirà. Le informazioni reperite consentono alla futura madre di esprimere preferenze sensate e ben valutate, ma soprattutto rispettabili da parte del personale sanitario, sempre che non si profilino problemi durante il parto.
Per compilare correttamente il birth plan bisogna tenere a mente alcuni aspetti fondamentali ed esprimersi chiaramente in merito a:
Il piano nascita può essere richiesto dalla futura mamma, qualora non venga proposto dai sanitari, ma se si ha l’impressione che il suo contenuto non sia preso nella giusta considerazione, si può liberamente decidere di cambiare ospedale, scegliendo una struttura disposta ad ascoltare e rispettare le scelte di ogni futura mamma.