Come gestire il rapporto con i figli durante l’adolescenza per mantenere la serenità in famiglia?
Ci fosse un manuale infallibile, trattare con gli adolescenti potrebbe essere piacevole e divertente, ma così non è e per questo ogni adulto che si ritrova a trattare con loro, sa di ingaggiare una battaglia spesso faticosa e scarsamente produttiva. L’adolescenza è, per definizione, un periodo delicatissimo della vita di ognuno che, tra cambiamenti e novità, crea profondi stravolgimenti in ogni ragazzino che un bel giorno si sveglia scoprendo di non essere più bambino e di non essere ancora adulto, insomma «sa soltanto quello che non è» e incontra tante nuove difficoltà per raccapezzarsi nella sua nuova dimensione. Interagire con un figlio adolescente può diventare faticoso per un genitore che scopre di non sapere più come rapportarsi a lui o lei, inciampando in conflitti sempre più grandi che rendono la convivenza estenuante ed annullano ogni complicità. Fermo restando che ogni adolescente è un individuo e come tale ha la sua storia e il suo carattere, si può ricorrere ad alcuni consigli utili per modulare gli atteggiamenti a favore di un rapporto equilibrato. Vediamo quelli basilari:
- mantenere il rapporto sereno creato con i propri figli sin da quando erano bambini è il primo passo fondamentale;
- mostrare sempre disponibilità e interesse, sforzandosi di affrontare le situazioni mettendosi nei panni dell’adolescente di casa;
- mantenere viva la capacità dei ragazzi a confidarsi e ad esprimere problemi ed emozioni, come facevano da piccoli, senza timore di essere giudicati da mamma e papà;
- vietato banalizzare le difficoltà degli adolescenti o trascurare le loro reazioni apparentemente esagerate che potrebbero indicare l’inizio di un disagio psichico;
- rispettare la loro privacy è fondamentale, così come evitare di tormentarli con domande invadenti;
- risposte aggressive da parte di un figlio adolescente non devono ferire perché derivano solo dal suo momentaneo malessere emotivo;
- ogni argomento deve essere affrontato con serenità per fornire le informazioni necessarie avendo la certezza che vengano correttamente recepite;
- raccontare le proprie esperienze può servire di esempio, ma non deve essere un modo per sperare di indirizzare le loro scelte;
- il ruolo genitoriale non deve mai essere barattato con una relazione di parità improntata sull’amicizia che non offrirebbe più un punto di riferimento per i ragazzi;
- un «no» giusto e motivato in modo chiaro e fondato è utile e, soprattutto, aiuta a evitare deleteri scontri verbali.
Al cospetto dell’adolescenza l’impegno di ogni genitore deve aumentare esponenzialmente, questo non garantirà una vittoria sul campo, ma almeno aiuterà a gestire un rapporto potenzialmente a rischio incrinature. In ogni caso: buona fortuna!