Uno studio tedesco ha individuato i meccanismi di reazione alla base di queste fobie
Ofidiofobia e aracnofobia, ovvero la paura rispettivamente di serpenti e ragni, sono molto diffuse e possono essere causa di reazioni anche molto importanti come il panico totale. Indagare sulle possibili cause alla base di questo timore è sembrato doveroso per comprendere i meccanismi di reazione al cospetto di questi animali, provando a comprendere cosa scatenasse reazioni di ribrezzo o reale paura. La svolta alle varie ipotesi di risposta per riflesso o emulazione, è arrivata alla luce dei risultati di uno studio pubblicato sulla piattaforma scientifica Frontiers in Psycohology, secondo i quali si tratterebbe di caratteristiche innate negli esseri umani.
A condurre la ricerca sono stati alcuni scienziati del tedesco Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences che hanno scelto come volontari del progetto bambini di sei mesi. Una preferenza forse insolita, ma dall’importante significato discriminante. La decisione di scegliere bambini molto piccoli è stata dettata dalla volontà di lavorare con soggetti privi di ogni timore appreso, rispetto a ragni e serpenti, I pargoli, ben tranquilli perché al sicuro tra le braccia dei genitori, hanno osservato nel primo test immagini di fiori o ragni e, poi nel secondo esperimento, quelle di pesci o serpenti. Durante i test le pupille dei piccoli erano monitorate da un sistema ad infrarossi di tracciamento oculare grazie al quale è stato possibile misurare la dilatazione delle loro pupille.
Proprio osservando le immagini di ragni e serpenti le pupille dei pargoli risultavano maggiormente dilatate dimostrando così la predisposizione naturale del cervello a identificare questi animali come potenziali pericoli, ancor prima che si possa imparare ad averne paura.Una sorta di timore protettivo che permette di rimanere a distanza di sicurezza, anche solo per ribrezzo, da creature che potrebbero rappresentare una minaccia. La reazione spontanea che precede ogni tipo di esperienza maturata, troverebbe spiegazione quale risultato del percorso evolutivo che ha insegnato agli esseri umani a temere soprattutto alcune specie animali, arrivando al livello attuale in cui la loro identificazione comporta l’immediata reazione temerli e, quindi, a evitarli.