Dal Mondo
COMO: Lo "sbudellato" di Olgiate, parla Maurizio Agrati
E con quanta arroganza.
COMO: Lo "sbudellato" di Olgiate, parla Maurizio Agrati
E con quanta arroganza.
COMO.
“Moderi i toni o la faccio risbattere in gabbia dove è stato finora”. È davvero difficile vedere e sentire il Presidente del Tribunale di Como Alessandro Bianchi, sempre così pacato ed estremamente calmo, perdere la pazienza e usare ton...
COMO.
“Moderi i toni o la faccio risbattere in gabbia dove è stato finora”. È davvero difficile vedere e sentire il Presidente del Tribunale di Como Alessandro Bianchi, sempre così pacato ed estremamente calmo, perdere la pazienza e usare toni piuttosto ruvidi. Ma a fargliela perdere questa mattina ci ha pensato uno dei principali imputati al processo per lo “sbudellamento” di Olgiate Comasco avvenuto nella tarda serata dell’11 novembre ’99 quando venne ferito al ventre a suon di coltellate e gettato in un pozzetto fognario della “Boselli” il pregiudicato Franco Greco di Olginate (Lecco). Oggi, dopo una lunga pausa è ripreso, infatti, il processo per quel gravissimo fatto di sangue in odor di ‘ndrangheta e dintorni. È ripreso con la deposizione di Maurizio Agrati, ritenuto artefice ed esecutore della brutale aggressione. Per quasi un’ora ha raccontato la sua versione dei fatti. Ma l’inizio della deposizione è stata accompagnata da veri e propri fuochi pirotecnici tanto da indurre, come detto, il Presidente del Collegio Giudicante ad invitare l’imputato a moderare i termini e a mantenere un comportamento rispettoso nei confronti sia del Giudici, sia del P.M: Massimo Astori sempre più convinto della sua tesi accusatoria. Fra quest’ultimo ed Agrati vi è stato un acceso scambio di battute, di quelle che difficilmente si sentono in un’aula di Tribunale. Eccole:
ASTORI: “Ci racconti di quella sera...”
AGRATI: “L'ho passata con Vincenzo Falbo (altro imputato) e un elettricista che doveva farmi l’impianto elettrico per una pizzeria da asporto che stavo aprendo ad Airuno”.
ASTORI: “E durante le ore precedenti, cosa ha fatto?”.
AGRATI: “Al mattino non ricordo ma non ho fatto nulla di importante, mentre per il pranzo sono tornato a casa con Falbo che conosco da un paio di anni a seguito di una comune detenzione. Da casa mia siamo usciti verso le 14.30 per andare prima al “Martin Bar” che si trova vicino casa e dove ci siamo rimasti un paio d’ore e abbiamo incontrato Enzo Visiglia (altro imputato). Mi ricordo che durante la nostra permanenza venne effettuato il ritiro degli incassi dei videopoker di quel bar. Poi siamo andati all’Arlecchino e poi ancora in un altro bar per concludere la serata in una pizzeria”.
ASTORI: “Le contesto che nell’interrogatorio cui fu sottoposto il 22 novembre ’99 disse di aver passato il pomeriggio da solo, si era confuso?”.AGRATI: “Può darsi!”
ASTORI: “Strano confondersi a pochi giorni di distanza e ricordare con tanta precisione due anni dopo”.
Ed eccoci allo scontro:
AGRATI: “Lei può pensare quello che vuole, ma io dico sempre e solo la verità e se mi agito è perché sono innocente come la Madonna Immacolata”.
ASTORI: “Non direi, visti i precedenti... Non è che sia agitato perché sente il peso della dura condanna che si avvicina?”
AGRATI: “Le vieto di fare insinuazioni sul mio passato ed è lei che sente il peso del rimorso per aver accusato un innocente”.
ASTORI: “Io non sento un bel niente e la invito a limitarsi a rispondere alle domande e se qualcuno può vietare qua dentro non è certo lei”.
AGRATI: “Io faccio quello che voglio e non detti sentenze come certi giornalisti presenti che da anni ce l’hanno su con me”. N.d.r.: ce n’era uno solo.
BIANCHI: “Moderi i termini o la faccio risbattere in gabbia dove è stato fino adesso”.
La deposizione di Agrati a questo punto è proseguita con più tranquillità e l’imputato ha ricostruito come avrebbe trascorso le ore precedenti e successive allo sbudellamento sostenendo di aver trascorso la serata dell’11 novembre ’99 a cena in una pizzeria con Falbo e di essersi recato con costui in un bar di Missagliola (frazione di Missaglia - Lecco) verso le 22.00 dove aveva appuntamento con l’elettricista che gli avrebbe fatto l’impianto elettrico nella nuova attività commerciale di prossima apertura. Tutti e tre, alla fine, sarebbero andati al Night “Rubino” di Monticello Brianza dove lui e Falbo ci sarebbero rimasti fino alle 4.00 di notte, mentre l’elettricista (fra i testi della difesa di oggi) ha detto di essersi allontanato attorno all’una. Agrati ha negato di aver mai avuto rapporti con il ferito (“forse l’ho visto in giro qualche volta”) ma non ha mancato di sparare bordate su Tonino Parisi, pregiudicato olginatese collaboratore di Giustizia e che, a detta del ferito, sarebbe il motivo scatenante dello sbudellamento con fuoriuscita viscerale. “Lo conosco perché quell’infame delatore ha fatto il mio nome coinvolgendolo in fatti di malavita organizzata ma le sue accuse sono sempre cadute nel nulla: è stato così al processo “Wall-Stret” di Milano (contro la ‘ndrangheta lecchese dei Coco), è stato così al processo per la “piovra lecchese delle aziende”, quella specie di inchiesta sull’usura finita in bolla di sapone e che ha fatto ridere i polli sin dall’inizio. Parisi lo conosco molto bene e se volevo regolare i conti con lui non avevo bisogno di intermediari, tantomeno di Franco Greco che non so neppure chi sia. Parisi mi ha anche accusato di far parte di una banda che rapinava Tir, di sequestro di persona, di estorsioni, accuse tutte inventate da un malato di protagonismo”. Alla domanda del P.M. “Perché questo Parisi ce l’ha con lei” l’imputato ha semplicemente risposto “Lo chieda a lui”. Il processo dopo la tumultuosa deposizione è proseguito con l’escussione di alcuni testi della difesa, fra cui il figlio di Agrati, Vittorio, la moglie Fiorenza Piloni e Luca Campisan di Carate Brianza (l’elettricista) che hanno confermato la versione fornita dall’imputato. Sentito pure Osvaldo Colombo, titolare del Night “Rubino” che, fra l’altro, ha ammesso la presenza in quel periodo di entrenoise a disposizione dei clienti.
di Bob Decker
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