Avances da parte di omosessuali: abolita la legge sul “panico gay”

Aver subito un palpeggiamento indesiderato non dà diritto a uccidere, sottolinea la procuratrice generale del Queensland
BRISBANE - “L’ho ucciso/a perché ho temuto che ci stesse provando con me”: finora era più o meno questa la motivazione che permetteva a chi aveva ucciso una persona dello stesso sesso nello Stato australiano del Queensland di vedersi riconosciuta una scemata responsabilità. Risalente al 1899, la cosiddetta legge del “panico gay” è stata ora abolita.
Il parlamento di Brisbane ha cancellato la disposizione contenuta nella sezione 304 del codice penale che riduceva l’accusa dell’imputato da omicidio volontario a omicidio colposo. «Un’avance sessuale indesiderata, persino se comprende un leggero palpeggiamento, non può essere sufficiente per ridurre la responsabilità criminale per avere ucciso una persona con intento omicida se non in circostanze eccezionali», ha commentato la procuratrice generale Yvette D’Ath come riporta il Brisbane Times. Le «circostanze eccezionali» saranno valutate dai giudici e non comprenderanno la natura omosessuale dell’approccio, hanno precisato le autorità.
L’articolo 304 non conteneva alcun riferimento alla natura gay delle avances indesiderate. Chi uccide «in preda alla passione causata da un’improvvisa provocazione» (...) è «colpevole solamente di omicidio colposo», recitava. La giurisprudenza, tuttavia, aveva portato a considerare come una fattispecie la cosiddetta “difesa da panico gay” (la risposta incontrollabile a un approccio omosessuale considerato insopportabile).
A portare all’abolizione della disposizione - considerata omofobica - è stata una petizione lanciata dal prete cattolico padre Paul Kelly che aveva raccolto oltre 290mila firme. Nel 2008 Padre Paul aveva visto uccidere un uomo sui terreni della propria chiesa a Maryborough. La colpa di Wayne Ruks, secondo i suoi due assalitori, era stata quella di aver toccato i genitali di uno dei due. La legge del “panico gay” aveva ridotto le loro pene. Uno di loro era uscito dopo aver scontato solo quattro anni di una condanna a nove per omicidio colposo.
La modifica della norma «non può ridarmi Wayne, ma rappresenta una piccola giustizia e può salvare molte vite», ha dichiarato al Brisbane Times la madre di Ruks, Joyce Kujala. «Aspettavo questo giorno da anni», ha aggiunto.



