L'acqua salmastra ha invaso la "chiesa d'oro" nel suo corpo principale raggiungendo il livello di 90 centimetri e ritirandosi solo dopo 16 ore
VENEZIA - Non solo disagi a popolazione, turisti e abitazioni. L'acqua alta record toccata ieri in Laguna a Venezia ha portato danni gravi anche al suo tesoro più importante, la Basilica di San Marco. Lo ha rivelato il Primo procuratore, Carlo Alberto Tesserin, che ha fatto il punto della situazione con il delegato ai servizi tecnici, Pierpaolo Campostrini.
L'acqua salmastra ha invaso la "chiesa d'oro" nel suo corpo principale raggiungendo il livello di 90 centimetri e ritirandosi solo dopo 16 ore. Allagata qualche decina di metri quadri del millenario pavimento a mosaico in marmo, situato di fronte all'altare della Madonna Nicopeia e inondati completamente il Battistero e la Cappella Zen, dove campeggia una famosa Madonna con la "scarpa dorata". Bagnato il Nartece, i monumentali portoni in bronzo bizantini, le colonne, i marmi.
L'allagamento di ieri della celebre basilica è il secondo del nuovo millennio, il quinto della storia di San Marco, ma «in un solo giorno - ha commentato Tesserin - la Basilica è invecchiata di vent'anni, e forse questa è una considerazione ottimista».
«La chiesa - ha proseguito il Primo procuratore - ha una struttura di mattoni che imbevuti di acqua salata si ammalorano anche fino a un'altezza di diversi metri, mettendo a rischio la tenuta dei mosaici che adornano le volte. Rimane il fatto che ci era stato promesso, a noi Procuratori di San Marco, a Venezia e a tutta l'umanità, che tali eventi non sarebbero più accaduti».
La Procuratoria di S.Marco, nominata dal Ministro dell'Interno secondo i trattati tra Stato e Chiesa cattolica, rischia di vedere annullati i recenti lavori di messa in sicurezza della Basilica, della Cripta, il progetto di protezione del Nartece e dell'area della Piazza sino a un'altezza di marea di 85 centimetri, e il rifacimento del vecchio progetto di impermeabilizzazione dell'intera Piazza fino a un'altezza di marea di 110 centimetri.
Per Tesserin «nulla può la Procuratoria di oggi, che solo nel nome richiama i grandi poteri attribuiti dalla Repubblica Serenissima di Venezia, per difendere S.Marco e l'intera città di fronte agli eventi sopra i 110 centimetri, che sono stati già oltre 60 nell'ultimo, non ancora completato decennio. Tale difesa è possibile solo interrompendo il collegamento tra mare e laguna. Per noi, riparare ai danni delle frequenti inondazioni, a parte i costi connessi, sta diventando sempre più difficile e potrebbe diventare impossibile, specie in uno scenario di cambiamenti climatici globali che il mondo scientifico considera certi», conclude.