Con un lungo post su Facebook la donna ringrazia tutti quelli che hanno reso possibile il suo miracolo e che sono diventati donatori di midollo
ROMA - Alessandro Maria Montresor - il bambino affetto da una grave malattia per il quale era scattata una ricerca internazionale per un donatore di midollo compatibile - sta bene. Dopo essere stato sottoposto al trapianto di cellule staminali è tornato a casa con i suoi genitori e la mamma - che durante la vicenda è stata lontana dai riflettori - ha deciso di affidare un lungo post a Facebook.
Una lettera scritta per ringraziare tutte le persone che, da Londra a Milano fino a Napoli, hanno dimostrato solidarietà e si sono iscritte al Registro italiano donatori di midollo osseo sottoponendosi al test del Dna sul sangue o sulla saliva, nella speranza di poter aiutare il bambino, affetto da linfoistiocitosi emofagocitica, una rara malattia che colpisce un bambino su 50mila.
«Ciao a tutti, adesso che con mamma e papà siamo più che mai pronti ad affrontare anche questa seconda fase del percorso trapiantologico, ritenevamo doveroso ringraziare, una ad una, tutte le persone che abbiamo conosciuto nella nostra avventura e che ci hanno donato un sorriso, regalato una speranza ed insegnato che si deve sempre lottare anche quando la vita cerca sempre di buttarti al tappeto continuando ignobilmente a riservarti prove difficilissime» si legge nel post, scritto dalla mamma di Alex come se a parlare fosse il bimbo.
«Tante volte mi sono chiesto perché a me, cosa avessi fatto di male per meritarmi tutta questa sofferenza, e solo ora l’ho capito: dovevo essere testimone del successo della scienza, del trionfo della solidarietà, del primato dell’amore e della vittoria su di una malattia genetica rara come la Linfoistiocitosi Emofagocitica che mi voleva strappare da tutti voi».
La donna ha colto l’occasione per ringraziare uno a uno tutte le persone che hanno accompagnato la famiglia nel difficile percorso, così come chi ha utilizzato i social per aiutare Alex a trovare un donatore: «Come sapete il tutto ebbe inizio con una pagina di FaceBook, curata e gestita dai più cari amici di mamma e papà. Senza di voi ragazzi non saremmo mai riusciti a scatenare quest’ondata di amore e solidarietà per donare una speranza a tanti altri malati».
Il lungo post si conclude ricordando che chi è diventato donatore colpito dalla storia del piccolo Alex, avrà forse ora l’occasione di dare speranza ad altre persone malate per «vivere una seconda volta».