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GERMANIA«Il Reichstag fu incendiato dai nazisti»

26.07.19 - 17:00
Una dichiarazione giurata pubblicata dal notaio tedesco a cui era stata affidata tanti anni fa confermerebbe uno dei più grandi sospetti della storia tedesca
Keystone (archivio)
Adolf Hitler uso la scusa delle fiamme al Parlamento per sopprimere le libertà ed i diritti civili nel Paese.
Adolf Hitler uso la scusa delle fiamme al Parlamento per sopprimere le libertà ed i diritti civili nel Paese.
«Il Reichstag fu incendiato dai nazisti»
Una dichiarazione giurata pubblicata dal notaio tedesco a cui era stata affidata tanti anni fa confermerebbe uno dei più grandi sospetti della storia tedesca

BERLINO - Gli storici hanno sempre pensato, ritenendolo ragionevolmente sicuro, che ad incendiare il Reichstag di Berlino nel 1933 fossero stati i nazisti, dando poi la colpa del rogo ai comunisti e facendone il pretesto per sopprimere in Germania ogni libertà e diritto civile.

La conferma di questa circostanza, più volte presa in considerazione ma della quale non c'è mai stata una certezza assoluta, arriva quasi ottantacinque anni dopo grazie ad una dichiarazione giurata pubblicata dal notaio tedesco a cui era stata affidata tanti anni fa. Una dichiarazione, di cui l'agenzia Dpa ha preso visione rendendola pubblica.

La dichiarazione era stata rilasciata ad un notaio nel 1955 da Hans-Martin Lennings, un militante delle SA, le cosiddette "camicie brune" che furono il primo gruppo paramilitare del partito nazista. Nel documento Lennings sostiene che il piromane del Reichstag, ridotto in cenere nella notte del 27 febbraio 1933, non fu il comunista olandese Marinus van der Lubbe, condannato a morte dai nazisti per il rogo.

Quando van der Lubbe arrivò al Reichstag e vi si introdusse, si legge nella dichiarazione che è stata valutata come autentica da un giudice di Hannover, le fiamme già divampavano nell'edificio, da cui si levava una colonna di fumo. Di conseguenza, l'incendio era stato appiccato prima e l'olandese non poteva essere stato il piromane. Fatto sta che van der Lubbe, un operaio dalla vita difficile che aveva tentato senza riuscirci di espatriare nella Russia sovietica ed aveva dei precedenti per aver appiccato dei fuochi in passato, fu giudicato colpevole dal Tribunale di Lipsia e condannato a morte. La sentenza fu eseguita nonostante all'epoca dell'incendio del Reichstag in Germania la pena di morte non fosse in vigore. Morì a 25 anni.

Ovviamente, Hitler ed i nazisti, cui non parve vero di poter dare la colpa al comunista di origine olandese che lo storico americano William Shirer definì un "semideficiente", colsero la palla al balzo: non a caso l'incendio del Reichstag viene generalmente indicato dagli storici come il consolidamento al potere di Adolf Hitler e l'inizio del III Reich. Di fatto, quelle fiamme diedero l'avvio alla repressione dei partiti di opposizione al nuovo corso della Germania hitleriana e alla messa al bando del Partito comunista tedesco. Al processo di Norimberga si era accertato che il mandante dell'incendio fosse stato Hermann Goering: la dichiarazione trovata oggi lo conferma.

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COMMENTI
 

Dioneus 5 anni fa su tio
Non ci voleva un genio a capirlo.
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