I ricercatori dell’università di Portsmouth vogliono avviare una piccola produzione. I ricavati andranno alle persone delle zone più colpite dal disastro nucleare
CHERNOBYL - Potrà suscitare un poco di diffidenza, ma gli scienziati rassicurano soddisfatti: «Non è radioattività». La vodka prodotta con la segale a l’acqua della zona di esclusione di Chernobyl si chiama… Atomik. È il primo prodotto di consumo creato dopo l’esplosione della centrale nucleare avvenuta nel 1986.
I ricercatori dell’università di Portsmouth hanno lavorato con colleghi ucraini in questi trenta chilometri dove vivono persone e animali, ma dove l'agricoltura è ancora vietata ad eccezione delle colture su scala molto ridotta, e confermano che il territorio si è ripreso.
Ad oggi è stata prodotta una solo una bottiglia, ma l’obiettivo - grazie alla creazione della The Chernobyl Spirit Company - è di creare un’attività a scopo sociale che possa reinvestire i suoi guadagni nel territorio, che ha pagato già molto ed è rimasto indietro di decenni in seguito al dramma.
Il team ha scoperto la radioattività nei cereali, ma dopo il processo di distillazione, l'unica radioattività ancora presente era il carbonio 14, ovvero tanto quanto si trova in qualsiasi altro alcool forte. Il gruppo spera di produrre 500 bottiglie già quest’anno, vendendole inizialmente al crescente numero di turisti che stanno visitano la zona di esclusione nucleare di Chernobyl.