Inquieta il ritratto del presunto attentatore di Halle che emerge dal suo "manifesto". Böhmermann: «Lupi solitari dal 1933»
HALLE - Negazionista, antisemita e antifemminista: è questa l'immagine del presunto attentatore di Halle che emerge dal video dell'assalto che il 27enne ha postato online e dal "manifesto" di dieci pagine da lui diffuso.
All'inizio del filmato - in inglese, per essere compreso dalla platea estremista di destra internazionale - Stephan B. nega che l'Olocausto sia mai esistito. Sostiene poi che il femminismo abbia provocato un calo delle nascite e condotto così all'imigrazione di massa e che dietro a tutto questo si nascondano gli ebrei.
Benché il suo odio si rivolga più in generale verso i «non-bianchi», infatti, il suo obiettivo «preferito» rimangono gli ebrei. Per questo ha scelto una sinagoga a soli 45 minuti da casa sua (anche se poi non è nemmeno riuscito a entrarvi) e ha deciso di agire il giorno dello Yom Kippur, per trovarla piena. «Entrare e uccidere tutto» era il suo piano.
Oltre a «uccidere più non-bianchi possibile, preferibilmente ebrei», il presunto terrorista ha dettagliato altre finalità del suo attacco: dimostrare la «funzione» delle armi costruite in casa, «rafforzare la morale di altri bianchi oppressi» e «bonus: non morire». Come per Anders Breivik in Norvegia e Brenton Tarrant in Nuova Zelanda, del resto, l'immolazione non era lo scopo del suo folle gesto, ma piuttosto il riconoscimento da parte dell'estremismo di destra violento internazionale.
Una rete più coesa di quanto si voglia credere che preoccupa sempre di più la Germania. «Lupi solitari dal 1933», ha sintetizzato su Twitter il presentatore satirico di Zdf Jan Böhmermann, alludendo alla tendenza a non vedere il nazismo prima e il neonazismo poi come organizzazioni antisemite strutturate e violente.