Alla guida della capitale mondiale del gioco d'azzardo, l'80enne Carolyn Goodman ricorda che la città è funzionante.
LAS VEGAS - Quando amministri una città che vive di vita notturna, turismo e congressi, la paura degli spostamenti e dei locali affollati indotta dalla pandemia di coronavirus è una bella preoccupazione dal punto di vista economico. Ne sa qualcosa la sindaca di Las Vegas, Carolyn Goodman, che ha puntato il dito contro i media e gli utenti dei social per come starebbero «distruggendo» la città con le notizie da loro diffuse riguardo alla malattia.
«Nel 1933, il presidente Franklin Delano Roosevelt ha detto "Non c'è niente di cui aver paura se non della paura stessa"», ha dichiarato la politica 80enne nel corso di una conferenza come riporta il Las Vegas Review-Journal. «Questa paura si è impossessata del mondo, ma se incontri dei medici e ci parli, devo ancora trovarne uno che sia d'accordo con quanto stanno facendo i social e i media», ha aggiunto. Goodman ha sostenuto in particolare che i mezzi d'informazione stiano spaventando il pubblico. La "Città del peccato", come la chiamano gli americani, resta comunque aperta e funzionante, ha sottolineato.
Potrebbe non esserlo ancora per molto, però. Negli Stati Uniti, dove si contano oltre 1'300 contagi, le autorità locali e federali iniziano a introdurre misure sempre più restrittive per rallentare la diffusione del virus. Nella Contea di Clark, della quale Las Vegas è il capoluogo, sono stati registrati almeno cinque casi d'infezione.
Lo scorso anno Las Vegas, che non ha nemmeno 1 milione di abitanti, ha ospitato 42,5 milioni di turisti. Arrivano dal resto degli Stati Uniti e del mondo principalmente per vacanze di piacere (il 40%), trovare amici e parenti (19%), giocare negli oltre 100 casinò della città del Nevada (9%) e partecipare a congressi (8%). Nel 2018 a Las Vegas hanno speso quasi 35 miliardi di dollari dando lavoro direttamente a 234mila persone impiegate nel settore turistico.