Il Vecchio Continente chiude scuole, negozi e monumenti, dispone quarantene e blinda confini per fermare il virus
Dopo l'Italia, la malattia ha raggiunto tutte le nazioni: 4'300 contagi in Spagna, 3'600 in Francia e 3'300 in Germania.
PARIGI - L'Asia ha superato il momento più difficile, ora è l'Europa il nuovo epicentro della pandemia di coronavirus. A certificarlo è l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e il Vecchio Continente si precipita a chiudere scuole, negozi e monumenti, a disporre quarantene, a blindare confini e a vietare riunioni e assembramenti.
Seguendo passo dopo passo le misure draconiane adottate nei giorni scorsi dall'Italia, capofila al tempo stesso del contagio e della risposta occidentale all'infezione.
D'altronde i dati non fanno che confermare come gli altri stiano affrontando lo stesso destino, con appena qualche giorno di ritardo rispetto a quanto accaduto nella vicina Penisola. La Spagna si è ritrovata nel giro di una settimana a superare i 4'300 contagi, la Francia 3'600, la Germania 3'300. Una progressione esponenziale che ha spinto la maggior parte delle capitali a prendere contromisure drastiche.
Anche perché per il momento - spiegano all'Oms - è impossibile prevedere quando avverrà il picco della pandemia e per l'agenzia delle Nazioni Unite soltanto un approccio aggressivo come quello adottato dai Paesi asiatici può frenare i contagi.
E dunque ecco asili, scuole e università chiusi in sempre più Paesi: finora sono Austria, Bulgaria, Danimarca, Grecia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Turchia e Ucraina ad avere adottato la misura. E dalla prossima settimana alunni e studenti rimarranno a casa anche in Belgio, Croazia, Francia, Portogallo, Spagna e Svizzera e nella maggior parte dei Länder tedeschi.
La Repubblica Ceca, la Danimarca, la Slovacchia, l'Ucraina e la Polonia hanno chiuso i loro confini a tutti gli stranieri. L'Austria ha sospeso i collegamenti ferroviari e ha quasi completamente chiuso il confine con l'Italia, richiedendo certificati medici e controlli sanitari per chi vuole entrare. Anche se al Brennero una soluzione «sembra vicina», secondo la Commissione europea, ritornata nuovamente a criticare ogni misura che blocchi la libera circolazione delle merci nel mercato unico.
Parole inascoltate evidentemente in Slovenia: dopo avere istituito misure di controllo sanitario al confine, Lubiana ha da ultimo bloccato l'accesso agli automezzi oltre le 3,5 tonnellate, generando code chilometriche in entrata dall'Italia e suscitando l'ira del governatore del Friuli, Massimiliano Fedriga, che ha bollato come «scorrette» queste «iniziative unilaterali».
Anche la Germania ha rafforzato i controlli al confine francese. In Spagna, che ha dichiarato lo stato di allerta, l'intera Catalogna si è messa in quarantena, così come due comuni nella regione austriaca del Tirolo. Ma l'elenco delle misure che gli Stati prendono ora dopo ora è talmente lungo che diventa sempre più difficile tenere il conto: Parigi ha chiuso Louvre e Tour Eiffel, l'Austria e la Bulgaria i negozi non essenziali, il Belgio i locali e i ristoranti, così come Berlino. In Slovacchia tutti gli aeroporti internazionali sono chiusi.
Il governo britannico ha rinviato di un anno le elezioni amministrative previste a maggio in Inghilterra, anche se per ora la risposta di Londra rispetto all'emergenza appare la più blanda, e lo stoicismo sfoggiato in pubblico dal premier Boris Johnson - ed elogiato dai media - con le sue dichiarazioni sulle morti «inevitabili» stride con le parole allarmate dei colleghi continentali.
Conseguenze infine anche sulle navi. Costa Crociere ha annunciato che sospenderà i viaggi fino al 3 aprile. Mentre molti porti esteri - denunciano le associazioni di armatori e agenti marittimi, Mit Assarmatori, Confitarma e Federagenti - stanno chiudendo alle navi italiane per paura del virus.