Il premier Conte ha confermato la necessità di mantenere chiusi scuole, ristoranti e negozi e di restare ancora a casa.
ROMA - Le misure restrittive messe in campo dal governo italiano per la lotta al coronavirus «non potranno che essere prorogate» oltre le scadenze inizialmente previste. Ristoranti, bar e negozi di beni non essenziali, insomma, rimarranno chiusi oltre il 25 marzo prossimo mentre per una riapertura delle scuole e la fine del confinamento a casa si andrà necessariamente a ben oltre il 3 aprile.
È quanto confermato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Corriere della Sera al termine di una riunione con i colleghi di governo a Roma: «Abbiamo evitato il collasso del sistema, le misure restrittive stanno funzionando ed è ovvio che, quando raggiungeremo il picco e il contagio comincerà a decrescere, almeno in percentuale, speriamo fra qualche giorno, non potremo tornare subito alla vita di prima», ha sottolineato il premier. «È chiaro che i provvedimenti che abbiamo preso non potranno che essere prorogati alla scadenza», ha aggiunto.
Conte ha tuttavia escluso, per il momento, l’introduzione di misure più restrittive pur ribadendo la volontà di continuare a sanzionare «in modo severo» chi trasgredisca le disposizioni in vigore.
Con una serie di Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), Palazzo Chigi ha chiuso scuole, luoghi di aggregazione, locali pubblici e negozi di generi non alimentari su tutto il territorio italiano. Ha inoltre esortato i cittadini a non uscire di casa se non per recarsi al lavoro, per acquistare cibo, accudire persone in stato di necessità o per emergenze. Per spostarsi, gli italiani, così come per esempio i francesi, devono esibire un’autocertificazione che attesti la necessità di lasciare la propria abitazione per uno dei motivi sopracitati.
Con oltre 35mila casi di contagio confermati, l'Italia resta il Paese più colpito in Europa dall'epidemia di Covid-19. Secondo i dati raccolti dalla Johns Hopkins University, nella vicina penisola i decessi legati alla malattia sono 2'978 mentre le persone finora guarite sono 4'025.