Le autorità cittadine prevedono di dover seppellire 4500 persone nel solo mese di maggio
MANAUS - È tragica la situazione che Manaus, la più importante città brasiliana dell'Amazzonia, sta vivendo a causa della pandemia di coronavirus.
Ogni giorno svariate decine di persone vengono sepolte in fretta e furia nelle fosse comuni create appositamente nei cimiteri cittadini. Un inviato del Guardian ha riferito che sabato sono state seppellite 98 persone, domenica altre 140. La media pre-coronavirus si aggirava intorno alle trenta persone al giorno.
La disperazione tra i cittadini è evidente e le stesse autorità cittadine chiedono aiuti internazionali. Il sindaco Arthur Virgílio ha dichiarato al quotidiano britannico: «Non siamo in stato di emergenza, ma ben oltre. È un totale disastro... come un paese in guerra - e che ha perso».
Sembra che il coronavirus sia arrivato nella metropoli di 2 milioni di abitanti, circondata dalla foresta, insieme a una donna di rientro da Londra. Sei settimane dopo, la situazione è gravissima. I morti aumentano a un ritmo tale che è difficile garantire una tempestiva sepoltura per tutti, tanto che due uomini sono stati costretti a seppellire il padre con le proprie mani, dato che nessuna squadra era disponibile. Le bare vengono messe in profonde fosse comuni e accatastate a file di tre, per guadagnare spazio.
La città - il cui sistema ospedaliero è al completo collasso - prevede di dover provvedere alla sepoltura di 4500 persone nel solo mese di maggio. Le agenzie di pompe funebri hanno già avvisato che le bare finiranno entro questa settimana. Il timore più elevato dell'opinione pubblica è che Manaus si trasformi in una seconda Guayaquil, la città dell'Ecuador dove migliaia di persone sono morte e i cadaveri di molti sono stati lasciati a decomporsi nelle strade.