Gli animali si trovavano in 158 scatoloni di legno intercettati all'aeroporto di Città del Messico
CITTÀ DEL MESSICO - Scoperta e sequestro shock all'aeroporto di Città del Messico: in un'operazione sono stati trovati 158 pacchi di legno, diretti in Cina, contenenti 15'000 tartarughe.
A capo dell'operazione la Procura federale per la protezione dell'ambiente (Profepa), in collaborazione con l'Amministrazione generale delle dogane e l'Amministrazione fiscale dell'aeroporto internazionale di Città del Messico (AICM).
Come comunicato dalla Profepa, gli animali erano stipati nelle cassette in condizioni igienico-sanitarie inadeguate, e alcuni di essi erano già deceduti al momento dell'operazione di soccorso.
Le tartarughe, tra le quali alcune di specie in via d'estinzione, sono state trasferite al Centro per la conservazione e la ricerca della fauna selvatica (CIVS) del Ministero dell'ambiente e delle risorse naturali (Semarnat) a Los Reyes, per farle rimettere in condizioni ottimali.
Nel comunicato rilasciato dalla Profepa, viene spiegato che: «In totale sono stati identificati e quantificati 15'053 esemplari di fauna selvatica corrispondenti a tartarughe d'acqua dolce delle specie Kinosternon leucostomum, Staurotypus triporcatus, Trachemys sp. e Claudius angustatus, tra cui 14'793 tartarughe vive e 260 morte». Gli animali erano inoltre «soggetti a protezione speciale, minacciati e in pericolo», come stabilito nella NOM-059-SEMARNAT-2010, la norma che identifica e classifica le specie a rischio.
Nelle indagini relative alla documentazione, le autorità non hanno potuto trovare nessun origine legale riguardante le 15mila tartarughe che si trovavano all'interno dei 158 pacchi, poiché non è stato possibile identificare nessun sistema di etichettatura conforme alla legge.
Inoltre, le autorizzazioni trovate per l'esportazione in Cina non includevano tutte le specie presenti. Per questo motivo Profepa ha precauzionalmente assicurato che tutti gli esemplari siano trasportati nella struttura del CIVS a Los Reyes, al fine di fornire loro tutte le cure necessarie.
La Profepa ha infine presentato una denuncia penale al Procuratore generale (FGR) per il reato di traffico di animali selvatici.