Accolta la controversa proposta del governo Orban. La critica immediata di Amnesty: «Agire presto per annullarla»
BUDAPEST - Le persone transgender in Ungheria sono state private del diritto al riconoscimento della propria identità di genere. La controversa proposta di legge del governo guidato da Viktor Orban, che dallo scorso marzo ha assunto i pieni poteri, è stata approvata oggi.
Di fatto, la norma prevede di sostituire la terminologia “sesso” nei documenti di identità con “sesso alla nascita”. In altre parole, lo Stato ungherese riconoscerà unicamente il sesso biologico registrato all’anagrafe e non fornirà a chi cambia sesso un nuovo documento che ne riconosca l’identità di genere.
«Un passo nelle tenebre» - La decisione del governo Orban è stata immediatamente criticata da Amnesty International, che l’ha definita «un passo indietro verso l’età delle tenebre» per il Paese. Quanto votato oggi, ha affermato la ricercatrice Krisztina Tamás-Sáróy, «calpesta i diritti delle persone transessuali e intersessuali», le espone «a ulteriori discriminazioni» e «contribuirà ad esacerbare un clima già intollerante e ostile che la comunità LGBTI deve già affrontare».
Amnesty ha quindi rivolto un appello urgente al Commissario ungherese per i diritti fondamentali, chiedendo di agire con urgenza nel sollecitare la Corte costituzionale per «riesaminare e annullare rapidamente le spaventose disposizioni di questa legge. L'identità di genere di tutti dovrebbe essere legalmente riconosciuta e a tutte le persone deve essere consentito di cambiare il proprio nome legale e i marcatori di genere su tutti i documenti ufficiali».