Lo rivela uno studio sui flussi delle acque di scarico effettuato dall'Istituto Superiore di Sanità italiano
MILANO / TORINO - Il fatto che il nuovo coronavirus fosse arrivato nel Nord Italia ben prima della fine dello scorso gennaio trova nuove conferme in uno studio, in via di pubblicazione, effettuato dall'Istituto Superiore di Sanità sulle acque di scarico raccolte in un periodo precedente all'inizio dell'emergenza sanitaria.
Dalle analisi è emerso che in due campioni, prelevati nelle città di Milano e Torino il 18 dicembre dell'anno scorso, era presente l'RNA del SARS-Cov-2. «Nelle stesse città - spiega Giuseppina La Rosa, del Reparto di Qualità dell’Acqua e Salute del Dipartimento di Ambiente e Salute dell'ISS - sono stati trovati campioni positivi anche nei mesi successivi di gennaio e febbraio 2020, mentre i campioni di ottobre e novembre 2019, come pure tutti i campioni di controllo, hanno dato esiti negativi».
I risultati sono «coerenti» con quelli rilevati da altre analisi retrospettive effettuate in altri Paesi. In Francia è stato identificato un positivo al virus a fine dicembre 2019, mentre in Spagna un recente studio su campioni di acque reflue raccolti a Barcellona ha individuato l'RNA del nuovo coronavirus risalente a una quarantina di giorni prima del primo caso autoctono.
«Bisogna evidenziare - ha detto il direttore dello stesso reparto dell'ISS, Luca Lucentini - che il ritrovamento del virus non implica automaticamente che le catene di trasmissione principali che hanno portato poi allo sviluppo dell’epidemia nel nostro paese si siano originate proprio da questi primi casi, ma, in prospettiva, una rete di sorveglianza sul territorio può rivelarsi preziosa per controllare l’epidemia».
Seguendo quest'ottica, l'ISS ha presentato al Ministero della Salute italiano una proposta per avviare una rete di sorveglianza su SARS-Cov-2 nei reflui. Uno studio pilota sarà avviato a luglio su siti prioritari nelle località turistiche.