I giudici hanno accolto la richiesta dei famigliari delle vittime che temono un contagio assistendo all'esecuzione.
Il detenuto, che avrebbe dovuto morire lunedì, è un suprematista bianco che ha ucciso una coppia e una bimba di otto anni.
WASHINGTON - Un tribunale ha sospeso l'esecuzione in Indiana di una condanna a morte federale prevista per lunedì, la prima dal 2003. I giudici hanno accolto la richiesta dei famigliari delle vittime che, invocando la propria vulnerabilità, hanno sostenuto di essere di fronte alla scelta impossibile tra il diritto ad assistere agli ultimi momenti del condannato e i timori di contagio in caso di assembramento. Il detenuto è Daniel Lee, un suprematista bianco accusato della morte di una coppia e di una bimba di otto anni.
«Il governo ha un interesse legittimo a che l'esecuzione sia condotta rapidamente» ma esso non è superiore all'interesse di trattare i parenti delle vittime «con equità, rispetto e dignità», ha stabilito la giudice Jane Magnus-Stinson, di un tribunale federale dell'Indiana.
A ripristinare la pena capitale per reati federali è stata l'amministrazione Trump. In estate sono previste quattro esecuzioni.
Negli ultimi 45 anni solo tre persone sono state giustiziate a livello federale, tra cui Timothy McVeigh, responsabile dell'attentato a Oklahoma City (168 morti nel 1995) nel 2001.