Picchiato selvaggiamente da dei giovani a cui aveva impedito di salire sul bus. Il governo: «Punizione esemplare»
BAYONNE - La Francia è sconvolta per la morte, dopo 5 giorni di agonia, dell'autista del bus di Bayonne, nei Pirenei francesi, picchiato selvaggiamente da una banda di giovani fra cui due pregiudicati, che rifiutavano di indossare le mascherine.
Philippe Monguillot, l'autista, non voleva farli salire sul mezzo. Il governo, per bocca del premier Jean Castex, ha parlato di «crimine abietto» che «non resterà impunito». Il ministro dell'Interno, Gerald Darmanin, è sul posto.
Monguillot ha chiesto in modo deciso al gruppo - formato da 4 persone - di controllare il titolo di viaggio di uno di loro, esigendo la mascherina a bordo da parte degli altri 3. Aggredito, Monguillot, 59 anni, è stato lasciato in fin di vita e ieri in serata i familiari hanno annunciato il decesso. Era in stato di morte cerebrale.
Arrivando a Bayonne, Darmanin ha incontrato una delegazione di personale dei mezzi pubblici che gli hanno espresso la rabbia della categoria, spiegando che da lunedì si astengono dal lavoro in base al loro diritto in presenza di minacce alla sicurezza. «È stata un'aggressione odiosa, inqualificabile, confido nella magistratura per punire gli autori di questa barbarie», ha detto Darmanin, aggiungendo che «non si tratta di un fatto di cronaca». «Il presidente della Repubblica, il primo ministro e il ministro dell'Interno - ha continuato - non permetteranno che questa violenza gratuita diventi qualcosa di banale. Il conducente di un bus deve poter guidare il suo mezzo senza rischiare la vita».
L'aggressione è stata di una «estrema violenza» secondo la procura di Bayonne e i colpi fatali sono stati diretti alla testa della vittima. Due uomini si trovano per il momento in stato di detenzione per l'omicidio, due giovani di 22 e 23 anni, pregiudicati. Gli altri due, di una trentina d'anni, sono accusati di complicità e omissione di soccorso e si trovano in stato di fermo.