Nell'anniversario di Srebrenica continuano ad accelerare i contagi. In Bosnia raggiunto un nuovo picco giornaliero
Casi in aumento anche in Croazia, Montenegro e Kosovo. Leggero calo invece in Serbia, dove proseguono le proteste anti-governative
SARAJEVO - Nel giorno del 25esimo anniversario della strage di Srebrenica, nuovi guai affliggono i Balcani. L'epidemia di Covid-19 è in forte ripresa nella penisola: tutti i Paesi della regione registrano numeri record nei contagi.
Memoria "imbavagliata" - In Bosnia-Erzegovina, i timori sanitari non hanno fermato le manifestazioni per la commemorazione del genocidio, avvenuto l'11 luglio del 1995 (qui il nostro focus sulla tragedia). Ma le autorità hanno imposto il distanziamento sociale, e l'uso della mascherina. Nel paese i nuovi contagi sono stati 316 nelle ultime 24 ore, il numero giornaliero più alto dall'inizio dell'epidemia. I decessi sono stati finora oltre 200.
Croazia, Kosovo, e Macedonia - Anche in Croazia si è registrato un nuovo picco, con 140 contagi nelle 24 ore, e un decesso che portano i totali a 3.672 e 118 vittime. Forte incremento in Kosovo dove da ieri si sono registrati 205 contagi per un totale di 4.512, i morti sono stati ad oggi 97. In Macedonia del Nord, dove il 15 luglio si vota per le elezioni parlamentari, i nuovi casi nelle 24 ore sono stati 199, con il totale salito a 7.975. Altri otto decessi hanno portato a 376 il numero dei morti.
Il "caso" Montenegro - Il virus corre anche in Montenegro, che poche settimane fa aveva dichiarato la fine dell'epidemia dopo 28 giorni di zero contagi e zero decessi. In 24 ore si sono avuti 87 nuovi contagi e due vittime, con i totali di questa nuova fase epidemica che si attestano a 816 e 14.
Di nuovo verso il lockdown? - In Slovenia con 34 nuovi casi si è registrato il numero giornaliero più alto dal 16 aprile. In totale i contagi sono 1.827, i decessi 111. In Bulgaria i nuovi casi di coronavirus sono stati 292, in tutto 6.964 dall'inizio dell'epidemia, cinque nuovi decessi hanno portato a 267 il totale delle vittime. In tutti i Paesi della regione, con la nuova fase epidemica, si rinnovano i timori per l'emergenza sanitaria e vengono reintrodotte misure restrittive per contenere i contagi.
La Serbia protesta - In Serbia invece il bilancio è in leggero calo rispetto a ieri: ma nelle ultime 24 ore vi sono stati pur sempre 345 nuovi contagi e 12 decessi, in tutto 18.073 e 382. In sensibile aumento il numero dei pazienti in terapia intensiva con respiratore, che sono attualmente 130. Intanto, a Belgrado alcune centinaia di manifestanti antigovernativi sono tornati a radunarsi in serata davanti al parlamento, per protestare contro il presidente Aleksandar Vucic.
Cinque giorni in piazza - I dissidenti accusano il governo serbo di cattiva gestione dell'emergenza sanitaria, di attuare una politica autoritaria e di controllare la gran parte dei mezzi di informazione. Raduni di oppositori si registrano anche in altre città del Paese. Si tratta del quinto giorno consecutivo di proteste popolari, sfociate per tre volte a Belgrado in violenze e scontri con la polizia. Solo giovedì la manifestazione nella capitale si era mantenuta pacifica e non aveva fatto registrare incidenti.