Mike Pompeo ha nel frattempo definito il Presidente cinese Xi Jinping «adepto di un'ideologia totalitaria»
Secondo Pechino, l'attuale tensione tra i due Paesi è stata causata esclusivamente dagli Stati Uniti
WASHINGTON - La Cina ha ordinato la chiusura del consolato Usa di Chengdu, in risposta a un analogo provvedimento americano che ha colpito la rappresentanza cinese di Houston, in Texas. Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri di Pechino.
Le misure adottate dalla Cina, in merito alla chiusura del consolato americano di Chengdu, il capoluogo del Sichuan, «sono una risposta legittima e necessaria alle azioni irragionevoli degli Usa e conformi al diritto e alle norme di base dei rapporti internazionali, nonché alle pratiche diplomatiche», viene indicato nel comunicato. Pechino invita Washington «a creare le condizioni necessarie per il ritorno alla normalità delle relazioni bilaterali».
Questa mattina, il ministero degli Esteri ha notificato all'ambasciata Usa che la Cina «ha deciso di revocare la licenza per l'istituzione e il funzionamento del consolato generale degli Stati Uniti a Chengdu e di presentare i requisiti specifici perché il consolato generale fermi tutte le attività», si legge nella nota.
«Attività incompatibili» - Alcuni componenti del personale in servizio presso il consolato generale Usa di Chengdu «si sono impegnati in attività incompatibili col loro status diplomatico, interferendo negli affari interni della Cina e danneggiando i suoi interessi sulla sicurezza». Secondo il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, la Cina «ha fatto molte dichiarazioni» in tal senso e gli Usa «lo sanno bene».
L'editor-in-chief del Global Times, Hu Xijin, ha scritto su Twitter che la chiusura del consolato, comunicato questa mattina all'ambasciata americana di Pechino, dovrebbe essere completata in 72 ore, entro quindi le ore 10 di lunedì mattina.
La chiusura del consolato generale americano di Chengdu è «una risposta legittima e necessaria», ha aggiunto Wang, senza fornire alcun dettaglio sulle "attività incompatibili" con lo status diplomatico addebitate. I media statali, tuttavia, hanno parlato a tal proposito di raccolta di dati e informazioni sul Tibet, una regione altamente sensibile per Pechino, e sulle strutture di difesa e gli armamenti presenti nello Sichuan e nelle regioni vicine.
Risposta ai fatti del 21 luglio - Il 21 luglio gli Stati Uniti «hanno provocato unilateralmente l'incidente, chiedendo all'improvviso alla Cina di chiudere il consolato generale di Houston, in grave violazione di diritto internazionale e norme di base delle relazioni internazionali e delle disposizioni pertinenti del trattato consolare sino-americano, danneggiando gravemente le relazioni sino-americane».
La situazione attuale tra Cina e Stati Uniti «è qualcosa che la Cina non vuole vedere e la responsabilità pesa esclusivamente sugli Stati Uniti. Invitiamo ancora una volta gli Usa a revocare immediatamente la decisione errata e a creare le condizioni necessarie per il ritorno alla normalità delle relazioni bilaterali», conclude la nota.
Pompeo sulla Cina - Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha ammonito «il mondo libero» su una Cina «sempre più autoritaria», sottolineando la necessità di «trionfare sulla nuova tirannia del partito comunista». Intervenuto alla Richard Nixon Presidential Library, in California, Pompeo ha quindi definito Xi Jinping «adepto di una ideologia totalitaria».
«Se il mondo libero non cambierà la Cina comunista, la Cina comunista cambierà noi», ha affermato Pompeo usando toni senza precedenti.
Il segretario di Stato americano ha anche motivato la decisione di chiudere il consolato cinese di Houston, in Texas, sottolineando come la sede diplomatica era «un covo di spie» per ottenere soprattutto segreti industriali.
La frode sui visti - Gli Stati Uniti hanno anche arrestato tre cittadini cinesi che, insieme alla ricercatrice di Pechino rifugiatasi nel consolato di San Francisco, sono accusati di spionaggio per conto dell'Esercito di liberazione cinese e di frode sul fronte dei visti di soggiorno negli Usa.
Gli agenti dell'Fbi - rende noto il Dipartimento di giustizia americano - hanno anche interrogato in almeno 25 città statunitensi altre persone sospettate di essere segretamente affiliate alle forze armate cinesi ed entrate negli Usa mentendo alle autorità al fine di ottenere i visti.
Houston, accuse «prive di senso» - Il consolato generale cinese a Houston, in Texas, «è allo stato ancora operativo». Lo ha confermato in conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, rinnovando l'appello agli Usa sul «ritiro della decisione sbagliata di chiusura».
Le accuse statunitensi «sono infondate e prive di senso», ha aggiunto Wang, in merito alla sede diplomatica definita dal Dipartimento di Stato come un hub di spionaggio.