Secondo uno studio gli attentati di estrema destra nel 2020 sono in netta crescita, e c'entra anche la pandemia
WASHINGTON D.C. - Con l'allentarsi delle restrizioni riguardanti la pandemia l'ombra del terrorismo tornerà a farsi vedere in Occidente, e sarà di estrema destra.
A sostenerlo è uno studio del think thank Center for Strategic and International Studies, che ha vista confermata nei primi mesi del 2020 una tendenza già delineatasi già nel 2019: ovvero una preponderanza (netta) degli attentati di matrice xenofoba rispetto a quelli di matrice jihadista.
Se l'anno scorso i primi si attestavano attorno al 60% del totale, quest'anno superano invece la quota del 90%. Se si tratta di una tendenza particolarmente sentita negli Stati Uniti è una realtà pure nel Vecchio Continente: da Norvegia a Germania passando per il Regno Unito.
L'effetto della pandemia ha senz'altro un ruolo in questo nuovo scenario: da una parte ha completamente paralizzato il terrorismo islamico, già braccato dalle autorità e incapace di riunire i suoi agenti a causa del virus.
Dall'altra la crisi sociale causata dalla pandemia ha colpito duramente i ceti più bassi, condannando all'incertezza molte persone giovani e in età da lavoro. Queste, covando i loro malumori – xenofobi, misogini o legati a temi come il diritto l'aborto – finiscono per radicalizzarsi online.
Questo grazie alla disinformazione che passa dai social e a siti scarsamente monitorati: «Per ora non è stata ritenuta una minaccia abbastanza importante», ha spiegato alla Nbc l'esperto di terrorismo e ricercatore norvegese Thomas Hegghammer, «in soldoni: per ora non ci sono state abbastanza vittime del terrorismo di estrema destra per far si che i reparti di intelligence delle nazioni occidentali vi si occupino appieno».