In Europa la situazione sta progressivamente peggiorando e le misure restrittive vengono potenziate.
Spagna e Francia stanno vivendo un ritorno violento della pandemia. Mentre gli Stati Uniti permangono la nazione più colpita.
PARIGI - Un'unica grande ondata con alti e bassi: così l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) aveva definito la pandemia di coronavirus alcune settimane fa. I numeri dei nuovi contagi, in effetti, sembrano suggerire che il Covid-19 abbia ripreso a colpire con forza un po' ovunque nel mondo: 294'000 in 24 ore, mai così tanti nello spazio di un solo giorno, che portano il totale a oltre 21 milioni.
In Europa tutto questo si traduce in una progressiva riadozione delle restrizioni e dei controlli alle frontiere, con obbligo di test al rientro e quarantene.
Nel Vecchio Continente Spagna e Francia si contendono il primato della crescita più violenta dell'epidemia. L'ultimo record in ordine di tempo è stato raggiunto dalla Francia, con oltre 3'300 contagi in 24 ore e l'aumento dei pazienti in rianimazione.
Il governo, dopo aver dichiarato Parigi e Marsiglia zone ad alto rischio, vuole allargare l'obbligo di mascherina in fabbriche e uffici entro fine agosto, e aumentare il telelavoro in aree in cui il virus circola attivamente. Un piano verrà presentato martedì ai sindacati.
In Spagna, che ha il tasso di contagi per numero di abitanti tra i più alti, le comunità autonome di La Rioja (nord) e Murcia (sud) - hanno adottato le nuove restrizioni alla vita notturna disposte a livello nazionale. Le discoteche hanno chiuso, ristoranti e bar non potranno accogliere clienti dopo l'una del mattino, stop al fumo all'aperto se non si potrà rispettare la distanza di 2 metri.
Stessa sorte per le discoteche anche in Italia, dove la movida ha creato non pochi problemi. Il provvedimento del governo introdurrà inoltre l'obbligo, dalle 18.00 alle 06.00, di mascherina anche all'aperto, negli spazi di pertinenza dei locali e dei luoghi aperti al pubblico e negli spazi pubblici (vie, piazze, ecc.) che per caratteristiche favoriscono gli assembramenti.
La rapida risalita dell'epidemia rischia di compromettere quel che resta della stagione turistica. Oltre 30'000 britannici sono rientrati precipitosamente oltre Manica in treno prima che scattassero le nuove regole sulla quarantena disposte da Londra per chi aveva soggiornato in Francia. Il Regno Unito ha registrato oltre mille nuove infezioni per il quinto giorno consecutivo.
L'Olanda ha aggiunto Parigi e Madrid e altre regioni spagnole alla lista arancione, dove è sconsigliato andare e c'è l'obbligo di quarantena al rientro. Lista arancione anche per Bruxelles, dopo che il Belgio ha visto un'impennata di contagi nelle ultime settimane. Le autorità olandesi sono preoccupate dai 4'500 nuovi casi registrati nell'ultima settimana, oltre mille in più rispetto a quella precedente.
Anche la Germania ha già sconsigliato la Spagna ai connazionali. Tutte queste chiusure di fatto delle frontiere nei giorni scorsi avevano spinto la Commissione europea a scrivere una lettera ai 27, chiedendo di evitare il ricorso ai blocchi in ordine sparso e senza coordinamento.
Nel resto del mondo il Covid-19 non dà tregua agli Stati Uniti: 48'000 nuovi casi e oltre 1'000 morti in 24 ore. Il direttore dei Cdc, i centri federali per il controllo delle malattie, ha avvertito gli americani che se non rispetteranno le misure di prevenzione si rischia il «peggior fallimento sanitario mai avvenuto». Mentre il presidente Donald Trump, al contrario, si fa forte del «7% di contagi in meno in una settimana» e di un'economia «mai così in ripresa».
Ottimismo di Trump a parte, la pandemia continua a colpire duro un po' ovunque: dal Medio Oriente, con il record di contagi in Iraq, all'Asia, con il picco della Corea del Sud negli ultimi 5 mesi. E in Nuova Zelanda, dove il vicepremier Winston Peters si è schierato con l'opposizione per rinviare le elezioni del 19 settembre. Senza contare le decine di migliaia di nuovi contagi al giorno in Brasile e India, Paesi malati cronici.