D’Arcy Drollinger, proprietario dello storico club Oasis di San Francisco, è entusiasta dell'idea: «la gente è felice»
Le persone hanno così potuto riassaporare nuovamente la magia dello spettacolo dal vivo, direttamente da casa
SAN FRANCISCO - «Se le persone non possono venire da noi, andremo noi da loro, con stile».
Così il proprietario di un noto night club a San Francisco, dopo la chiusura a causa delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria della Covid, ha deciso di trasferire le performance delle sue drag queen dal palcoscenico direttamente a casa della gente, o meglio nei marciapiedi di fronte.
«Dovevo trovare un modo di fare qualcosa, di rimettere il mio staff a lavorare», ci ha raccontato D’Arcy Drollinger, il proprietario di Oasis.
Inizialmente come tutti, organizzando cibo e bevande da asporto. Poi l’idea: “Meals on Heels”: cena e pranzo, serviti con i tacchi. Rispolverate parrucche, rossetti e abiti di scena, le drag queen di Drollinger hanno riacceso le notti della gente di San Francisco.
Con una piccola quota da pagare, le persone hanno potuto riassaporare la magia dello spettacolo dal vivo, ormai vietato da mesi nei locali chiusi a causa della diffusione del coronavirus.
«La gente è stata felice di questa idea; credo che avesse bisogno di ritrovare il contatto e la comunità. Non assistiamo a un’esibizione ormai da molto tempo. La nostra idea ha riportato allegria. Non solo a chi ci chiama, ma anche ai vicini di casa, ai passanti, si fermano anche le macchine a guardarci».
Prenotare è semplice: come ogni richiesta da asporto, basta andare sul sito, scegliere bibite e cibo e aggiungendo una piccola somma, si può prenotare anche il delivery artistico, la cena accompagnata da una performance. Le drag queen suonano a casa, consegnano il cibo e si esibiscono sulle strade e i marciapiedi.
«La gente ha bisogno di un po’ di gioia. Per piccoli business come il mio, la situazione in California è ancora terribile, gli aiuti statali da soli non sarebbero mai bastati - ci spiega ancora Drollinger - Dobbiamo lavorare tutti insieme, aiutarci anche tra ristoranti per continuare. Mi sento molto fortunato ad aver avuto l'opportunità di avere intorno a me una comunità che mi permettesse di dar vita a una iniziativa unica come questa».