I ghiacciai e le calotte si stanno sciogliendo. Uno studio evidenzia le ripercussioni sulle grandi città
LUGANO - Città sommerse dalle acque. Non è uno scenario da film apocalittico ma potrebbe essere la triste realtà delle grosse metropoli in un futuro neanche troppo lontano. Recentemente infatti gli studi sull’inquinamento e sullo scioglimento dei ghiacciai hanno evidenziato come sia davvero possibile che l’innalzamento del livello delle acque possa avere ripercussioni gravi e inondare completamente le grandi città.
Questo è lo scenario, a questo punto solo apocalittico e non cinematografico, che hanno disegnato le simulazioni pubblicate dall’Istituto di ricerca sull'impatto climatico realizzato dal Potsdam Institute for Climate Impact Research, della Potsdam University e della Columbia University di New York, che hanno conquistato la copertina della prestigiosa rivista Nature.
Calde acque al Polo Sud - Il discorso di partenza è risaputo, anche se le ripercussioni stavolta sarebbero davvero spaventose. L’acqua e l'atmosfera dell'oceano circostante il Polo Sud si stanno riscaldando a causa delle emissioni umane di gas serra, questo influisce negativamente sulla calotta dell'Antartide che sciogliendosi innalza il livello degli oceani. Un processo irreversibile secondo Ricarda Winkelmann che ha condotto lo studio: "Le nostre simulazioni mostrano che una volta sciolto, il ghiaccio non ritornerebbe al suo stato iniziale, anche se le temperature dovessero abbassarsi di nuovo".
Città sommerse - Il grido d’allarme lanciato dai ricercatori riguarda però, non solo i danni per l’ecosistema mondiale, ma un rischio ancora più pratico che metterebbe a rischio la sopravvivenza di molte importanti città come Londra, Mumbai, New York, Shanghai, grandi metropoli “costiere” che sarebbero tra le prime a essere sommerse dall’innalzamento dei mari.
Viene alla mente quella che è stata davvero un’estate “torrida” per l’Antartide che ha registrato temperature record, quasi da clima temperato, a febbraio si sono superati i 18 gradi centigradi alla stazione argentina di Esperanza, nel nord della penisola antartica mentre i ricercatori brasiliani hanno misurato 20,75° alla base Marambio, sull’isola di Seymour, il 9 febbraio.
I ghiacciai si stanno frantumando - Più di un campanello d’allarme viene dal fatto che due importanti ghiacciai dell'Antartide, il Pine Island e il Thwaites, si stanno fratturando rapidamente nei loro punti più vulnerabili. Il processo potrebbe portare al collasso delle piattaforme di ghiaccio galleggianti a cui sono collegati. A rilevarlo sono stati i dati e le immagini catturati dai satelliti, tutti pubblicati sulla rivista dell'Accademia Americana delle Scienze (Pnas). I due ghiacciai collegano la calotta di ghiaccio dell'Antartide occidentale all'oceano. Alla loro estremità ci sono delle piattaforme di ghiaccio galleggianti e l'indebolimento del Pine Island e del Thwaiters potrebbe portare allo scioglimento di queste strutture, con un conseguente innalzamento globale del livello del mare.
La ricerca prevede che con un aumento di 4 gradi delle temperature, l'innalzamento del livello globale dei mari supererebbe i 6 metri; e con 6 gradi quasi 12 metri. Il punto di non ritorno viene indicato nell'aumento di 10 gradi, una soglia critica che corrisponderebbe alla sparizione dei ghiacci in Antartide. E il conseguente innalzamento del livello dei mari che inonderebbe le nostre città costiere. Altro che film catastrofici...