La nota virologa tedesca Melanie Brinkmann è convinta che bisogna essere tutti più uniti nella strategia anti covid
«È un vero e proprio mammut da affrontare per noi, come Governo, e per ogni singolo individuo» ha detto invece il Ministro della Sanità, Jens Spahn
BERLINO - «Sono stanca. Abbiamo sprecato l'estate a discutere di quanto sia pericoloso il virus. Dobbiamo essere più decisi sui nostri obiettivi, su ciò che vogliamo raggiungere».
Sono le parole critiche di Melanie Brinkmann, virologa del Centro Helmholtz per la ricerca sulle infezioni, che non le ha mandate a dire durante una conferenza stampa delle autorità tedesche sul coronavirus, svoltasi oggi a Berlino.
«Dobbiamo garantire che il sistema sanitario funzioni, per tutti i cittadini» ha poi detto l'esperta, che ha sottolineato anche l'importanza che l'economia rimanga funzionante e che le scuole restino aperte. La virologa avrebbe voluto il lockdown ancor prima, ma resta aperta a «soluzioni costruttive» L'importante è che l'obiettivo sia chiaro per tutti, e che tutti remino nella stessa direzione per «ridurre i numeri di contagi e di decessi».
Lo sfogo di Brinkmann giunge anche in risposta alle numerose critiche e ricorsi contro il lockdown che sono piovuti negli scorsi giorni verso le autorità tedesche da parte di ristoratori, albergatori, titolari di palestre, e non solo.
Momenti difficili - Per il Ministro della Sanità Jens Spahn, la situazione nel Paese al momento è «grave». «Questa pandemia è un vero e proprio mammut da affrontare per noi come governo e per ogni singolo individuo della società», ha detto Spahn durante la conferenza stampa. «Dobbiamo costantemente adattare la nostra strategia alla situazione».
Il ministro ha spiegato che è una questione di trovare il giusto equilibrio tra ciò che è necessario e ciò che è fattibile.
Il vicepresidente dell'Istituto Robert Koch, Lars Schaade, ha poi parlato dei test: «Ogni settimana in Germania si dovrebbero effettuare tre milioni di tamponi se tutte le persone con il raffreddore dovessero essere testate. Questo non è né possibile né necessario». Infatti, secondo Schaade, vanno tenuti in considerazione fattori quali i sintomi, l'appartenenza ad un gruppo a rischio e la probabilità di essere stati esposti, quando si pensa se sottoporre qualcuno al tampone.
Conseguenze preoccupanti - Uwe Janssens, presidente dell'Associazione Interdisciplinare Tedesca per la Medicina Intensiva e d'Emergenza (DIVI), ha dato qualche cifra: «Attualmente ci sono 2'243 pazienti di Covid-19 negli ospedali. Si tratta di un aumento di 60 volte rispetto a ottobre».
Inoltre, «la pandemia sta aggravando il problema della mancanza di personale infermieristico qualificato», ha dichiarato Janssens, che ha proposto di interrompere le attività, non fondamentali, degli ospedali.