In arrivo tre inchieste della magistratura e tre cause legali, tra cui una intentata da una nipote
NEW YORK - Sulla testa di Donald Trump pende la minaccia di una mezza dozzina di inchieste se dovesse perdere l'immunità presidenziale.
Le più pericolose sono quelle della procura di New York, che potrebbero costargli anche la galera. Il procuratore (dem) di Manhattan Cyrus Vance sta indagando per accertare se il presidente e la sua Trump Organization abbiano commesso frodi bancarie, assicurative e fiscali, nonché se abbiano falsificato documenti aziendali. L'indagine è partita dalle rivelazioni dell'ex avvocato personale di Trump, Michael Cohen, sui pagamenti per comprare il silenzio di due donne sui loro affaire con l'allora tycoon, in violazione della legge elettorale.
L'attorney general di New York (dem) Letitia James sta appurando invece se Trump ha gonfiato il valore dei suoi asset per apparire tra le persone più ricche della classifica di Forbes sgonfiandoli invece per pagare meno tasse. Il figlio Eric è già stato interrogato sotto giuramento e la stessa sorte potrebbe attendere Trump.
Nella capitale e nel Maryland gli attorney general hanno intentato causa al presidente per violazione della clausola costituzionale che vieta ai dirigenti del Paese di ricevere soldi da entità straniere per evitare conflitti di interesse e il rischio di condizionamenti. Nel mirino in particolare i soldi spesi dalle delegazioni straniere al Trump hotel. Il procedimento pende ora davanti alla Corte suprema. Una causa analoga è stata presentata da un gruppo di ristoranti e hotel.
C'è poi una causa in famiglia, quella della nipote Mary, che accusa lo zio e i suoi fratelli di frode per averle dato una quota inferiore dell'eredità del nonno. Infine due cause per diffamazione, una della scrittrice Jean Carroll e l'altra di Summer Zervos, ex concorrente del reality show The Apprentice: entrambe contro il presidente per aver negato di averle aggredite sessualmente. Teoricamente potrebbe essere rispolverata anche l'accusa di ostruzione alla giustizia nel Russiagate: l'allora super procuratore Robert Mueller aveva suggerito nella sua testimonianza al Congresso che Trump poteva essere perseguito al termine del mandato.
Secondo gli esperti legali, Donald Trump non può graziare se stesso e avrebbe solo due possibilità per sfuggire alla giustizia. La prima è usare il 25esimo emendamento, dichiararsi temporaneamente inabile, far diventare presidente Mike Pence e farsi graziare da lui, sempre che il suo vice sia disposto a farlo. La seconda è ottenere la grazia dal Congresso ma, dati i rapporti al vetriolo con la speaker della Camera Nancy Pelosi, sembra un'ipotesi da escludere. Inoltre resterebbe il problema dei reati statali su cui indaga New York: la grazia presidenziale copre solo quelli federali.