La notizia di una trilaterale segreta con anche il segretario di Stato americano sta facendo discutere in Israele.
Riad smentisce, ma in passato si è detta pronta a una normalizzazione con lo Stato ebraico sulla scia di altri Paesi a maggioranza sunnita dell'area.
NEOM - Il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il direttore del Mossad, Yossi Cohen, hanno incontrato ieri in Arabia Saudita il principe della corona Mohamed Bin Salman in una riunione segreta. Secondo quanto riferiscono alcuni media, all'evento ha partecipato anche il segretario di Stato americano Mike Pompeo. Citato dai media, l'ufficio del premier israeliano non ha voluto commentare l'indiscrezione.
Secondo fonti israeliane riferite dai media, l'incontro è avvenuto a Neom, città saudita sul Mar Rosso, non distante dal confine con la Giordania e da quello tra quest'ultima e Israele. Neom è considerata la città della tecnologia dell'Arabia Saudita. Netanyahu e Cohen sono arrivati a bordo di un aereo privato che - secondo i media - è stato tracciato dai siti di volo. È rimasto a terra per circa due ore ed è ritornato in Israele attorno alla mezzanotte e mezza.
Haaretz sostiene che è lo stesso aereo privato che ha portato il premier in Russia per le sue visite al presidente russo Vladimir Putin. Lo stesso che avrebbe voluto prendere per andare a firmare a Washington gli Accordi di Abramo ma che poi fu sostituito con un volo El Al.
Riad smentisce invece la notizia del presunto incontro. Netanyahu, dal canto suo, non conferma né smentisce: «Per anni non ho mai fatto riferimento a questo genere di cose e non intendo cominciare ora. Posso solo dire che nel corso degli anni in cui sono stato premier non ho risparmiato alcuno sforzo per allargare il cerchio della pace e spero si allarghi ancora», ha dichiarato a una riunione del Likud rispondendo a una domanda in merito.
La trilaterale segreta sta suscitando ovviamente enorme interesse in Israele. Ma anche polemiche politiche. Ampio risalto è dato anche sui media arabi vicini all'Iran.
Sono in molti in Israele, ad esempio, a sottolineare che l'iniziativa di Netanyahu è avvenuta senza che il ministro della Difesa (e premier in pectore) Benny Gantz e quello degli Esteri Gabi Ashkenazi ne fossero informati (entrambi della formazione politica "Blu Bianco").
A riprova della questione - e anche a conferma indiretta della trilaterale - uno dei consiglieri del premier, Topaz Luk, riferendosi alla recente mossa di Gantz di aprire un'inchiesta sull'acquisto dei sottomarini dalla Germania (dove sono coinvolti uomini vicini a Netanyahu) ha twittato che «mentre il ministro della Difesa fa politica, il primo ministro fa la pace». Ed è innegabile che una normalizzazione dei rapporti tra Israele e Arabia Saudita - modello Accordi di Abramo - sarebbe un enorme passo in avanti nell'ambito della nuova politica dei Paesi arabi sunniti nei confronti dello Stato ebraico.
Senza dimenticare tuttavia che Pompeo - in tour nei Paesi del Golfo e in Arabia Saudita - è l'alfiere della politica di Trump contro l'Iran, considerato da Israele e dall'amministrazione americana uscente «la massima minaccia nella regione» non solo per il nucleare ma anche come finanziatore di milizie in Iraq, Libano, Siria e a Gaza. Nei giorni scorsi sono filtrate indiscrezioni su un possibile attacco americano contro Teheran prima che Trump lasci la Casa Bianca a gennaio.
Interesse da media filo-Iran - La tv araba al Manar, degli Hezbollah libanesi, ha aperto il notiziario citando le indiscrezioni della stampa «del nemico»: «Netanyahu incontra Bin Salman a Neom assieme al capo del Mossad» è il titolo del servizio d'apertura.
In silenzio invece rimangono per ora i media governativi sauditi, che non smentiscono e non confermano le informazioni provenienti da Israele.
«L'Arabia Saudita si prepara alla normalizzazione», è invece l'apertura del sito di notizie iraniano in lingua araba Abna.ir, che si presenta come un portale d'informazione per tutti i musulmani sciiti nel mondo.
Il sito riporta le dichiarazioni del ministro degli esteri saudita, Faysal ben Farhan, che nell'incontro virtuale del G20 di ieri ha ribadito la disponibilità di Riad a normalizzare i rapporti con lo Stato ebraico una volta realizzata la creazione di uno Stato di Palestina entro i confini del 1967.