Il commercio illegale di animali rimane un problema importante a livello globale
BANGKOK - Cinque tigri vive, di dubbia provenienza, sono state sequestrate da uno zoo thailandese in seguito ad un'ampia operazione di polizia militare.
Le autorità hanno infatti scoperto che le tigri, nonostante fossero indicate come "nate nella struttura", non avessero invece nessun legame con le tigri più vecchie presenti nello zoo. La struttura era stata già in passato sotto l'occhio del ciclone, in quanto era stata accusata di commercio illegale di panda rossi.
Le tigri sono state sequestrate dallo zoo e fattoria Mukda, una struttura nella provincia di Mukhdahan, dove le autorità stanno ora svolgendo ulteriori test forensi sugli altri animali e dove è stata fatta anche la macabra scoperta di una testa di un'altra tigre.
«Le autorità hanno fatto un ottimo lavoro» ha dichiarato Maethinee Phassaraudomsak di TRAFFIC, un associazione benefica contro il commercio illegale di animali. «Speriamo che le indagini rivelino la vera provenienza delle tigri e degli altri animali detenuti in questa struttura».
Il proprietario dello zoo è stato accusato di possesso illegale ai sensi del "Thailand's Wild Animal Reservation and Protection Act", e anche di aver fornito informazioni false. Insieme, queste accuse comportano pene detentive fino a otto anni di carcere e multe fino a 570'000 baht (18.1824 dollari). La licenza dello zoo sarà inoltre sospesa per almeno 90 giorni.
Il commercio illegale di animali rimane comunque un ampio problema a livello globale, anche se alcuni paesi come la Thailandia stanno facendo buoni passi avanti.
Ne è sicura Kanitha Krishnasamy, Direttore per TRAFFIC nel Sud-Est asiatico: «La nuova legge sulla fauna selvatica della Thailandia, con sanzioni più severe, la pone in una buona posizione per guidare questa repressione, e per trovare i responsabili di questo problema che perdura da decenni».