Centinaia di manifestanti si sono riuniti per protestare contro l'uccisione di un giovane da parte della polizia
TIRANA - Centinaia di manifestanti sono scesi tra ieri e oggi in piazza nella capitale albanese, Tirana, dando fuoco agli alberi di Natale, alle decorazioni natalizie e scatenando tutta la loro ira.
Il motivo? Come già successo più volte nel corso dell'anno in diversi angoli della Terra, è il comportamento violento di alcuni agenti di polizia. Al centro della protesta c'è questa volta la tragica morte di Klodian Rreshja, un ragazzo appena 25enne che è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa per aver infranto le regole di coprifuoco legate al coronavirus.
Un atto inspiegabile e raccapricciante, secondo numerosissimi cittadini albanesi, che hanno mostrato con forza la loro rabbia e il loro disappunto nelle piazze della capitale.
Le scuse dell'agente - L'agente, dal canto suo, ha cercato di giustificare il gesto, spiegando di aver reagito solo dopo aver visto tra le mani del giovane qualcosa che potesse assomigliare a un'arma.
Nel frattempo, tra le scuse e il rammarico della polizia, l'agente accusato dell'uccisione di Rreshja è stato posto in arresto ed è stata avviata un'indagine.
Le dimissioni del ministro - Un procedimento che non soddisfa appieno i manifestanti, che chiedono le dimissioni di Sander Lleshaj, Ministro dell'interno. È infatti da diverso tempo che Lleshaj è al centro di crescenti critiche legate alla violenza eccessiva e sproporzionata messa in atto dalla polizia, anche contro membri della stampa e passanti, in particolare con lo scopo di disperdere e scoraggiare proteste e manifestazioni.
Alla fine Lleshaj ha fatto un passo indietro, come annunciato dal premier Edi Rama. Proprio mentre il leader del governo parlava alla nazione, a Tirana è scoppiata nuovamente la violenza: centinaia di giovani si sono scontrati con le forze speciali della polizia dopo essersi riuniti dinanzi alla sede del ministero dell'Interno. Gli agenti, presi di mira da una fitta sassaiola, hanno risposto con il lancio di lacrimogeni. I manifestanti si sono quindi sparpagliati, assaltando numerosi edifici statali ubicati sul viale principale della capitale e compiendo atti di vandalismo.