L'organismo internazionale lo giudica lesivo dei diritti umani e potenzialmente controproducente.
STRASBURGO - «Il divieto di fotografare e filmare i poliziotti deve essere rimosso dall'articolo 24 della legge globale sulla sicurezza perché viola la libertà d'espressione» e diversi altri articoli devono «essere riformulati in maniera sostanziale per renderli più compatibili con il rispetto dei diritti umani». A chiederlo, in una lettera di cinque pagine al Senato francese, è la commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatović.
«Considero che l'interdizione nell'articolo 24 costituisca una violazione del diritto alla libertà d'espressione, e dubito che il divieto di fotografare e filmare i poliziotti, in particolare durante le manifestazioni, sia compatibile con quanto già stabilito dalla Corte europea dei diritti umani su questo tema», scrive Mijatović.
«Sono inoltre preoccupata che certe imprecisioni del testo possano condurre a un'autocensura, ma anche, che gli ostacoli a fotografare e filmare il loro operato possa nutrire un sentimento d'impunità in alcuni poliziotti e gendarmi», aggiunge Mijatović. La commissaria domanda anche di emendare profondamente gli articoli 20, 21 e 22 della legge, che estendono l'uso dei video delle telecamere in luoghi pubblici e privati, oltre che di quelle indossate da poliziotti e gendarmi, e ampliano l'uso dei droni durante le manifestazioni.
Mijatović ritiene che questi articoli violino il rispetto della sfera privata, oltre che quello a manifestare, dei cittadini, e chiede quindi d'inserire tutta una serie di limitazioni e garanzie all'uso delle telecamere e dei droni.
Il Consiglio d'Europa è un organismo estraneo all'Unione Europea di cui anche la Svizzera, insieme ad altri 46 Stati europei, fa parte.