Mentre si contano feriti e arresti, c'è chi pensa a rimuovere Donald Trump
A guidare l'assalto diversi gruppi militanti, come i Proud Boys e i Boogalo
WASHINGTON - È stato un risveglio sotto shock, a livello internazionale, con gli occhi di tutti puntati sugli Stati Uniti, e in particolare su Washington D.C..
Ieri in serata, infatti, i sostenitori del Presidente Donald Trump hanno fatto irruzione a Capitol Hill, una delle icone della democrazia statunitense, interrompendo il processo di certificazione della vittoria di Joe Biden alle presidenziali statunitensi.
In seguito all'intervento della Guardia Nazionale e all'istituzione dello Stato d'emergenza, oltre che all'applicazione di un coprifuoco, dopo diverse ore il Congresso ha potuto riprendere il proprio lavoro.
Tra i commenti e le condanne alla violenza da parte dei leader mondiali, che hanno denunciato il vero e proprio «attacco alla democrazia», l'emittente Cbs ha dichiarato che alla Casa Bianca c'è chi vorrebbe addirittura rimuovere Trump dalla Presidenza, immediatamente, invocando il 25esimo emendamento.
La piattaforma social Twitter, nel frattempo, ha bloccato l'account di Donald Trump per 12 ore, motivando la decisione con delle «violazioni delle politiche di Twitter».
Quattro vittime - La polizia ha dichiarato che sono morte quattro persone durante l'assalto dei sostenitori di Donald Trump a Capitol Hill.
La prima vittima è stata una donna, colpita da un proiettile nell'edificio del Congresso e morta più tardi in ospedale. Si tratterebbe di una 44enne, ex membro della U.S. Air Force.
Nel corso della serata sono poi stati segnalati altri tre decessi attorno all'area dell'edificio durante gli scontri, per emergenze mediche diverse.
Arresti e feriti - Almeno trenta persone sono state arrestate per violazione del coprifuoco (scattato ieri alle 18 a Washington D.C.), dopo che lo stesso era stato imposto a causa dell'assalto al Congresso. Secondo la polizia, ci sono state anche altre 15 persone arrestate in relazione alle proteste, tra le accuse: possesso di armi e aggressione.
I vigili del fuoco e i soccorritori hanno invece portato negli ospedali almeno 13 persone che sono rimaste ferite durante le manifestazioni. Anche alcuni agenti sono rimasti feriti, con uno di essi che è stato trasportato all'ospedale.
La polizia ha anche fatto detonare in sicurezza gli ordigni esplosivi che erano stati rinvenuti a Washington, indicando che a tal proposito è anche già stato effettuato l'arresto di un sospettato, trovato in possesso anche di armi e di molotov rudimentali.
Lo sciamano - Emergono nel frattempo i primi identikit degli assalitori. Una delle figure preponderanti alla guida dell'assalto nell'aula del Senato sarebbe lo «Sciamano di QAnon», indica il Corriere.it. Il trentaduenne italoamericano - Jake Angeli - si è subito fatto riconoscere, a petto nudo e con un copricapo nordico con il pelo.
Le proteste di ieri, come tutte quelle che hanno avuto luogo dopo l'esito dell'elezione definita "rubata" da Trump, hanno coinvolto anche alcuni gruppi militanti accusati da tempo di avere dei legami con i suprematisti bianchi, ad esempio i Proud Boys o i Boogaloo. Nella folla, decisamente variegata, oltre a loro sono stati individuati molti seguaci della teoria complottista di QAnon (come Angeli), diversi negazionisti della pandemia, ma anche "semplici" fan di Trump, tra cui donne e giovani.