Lo scorso anno le concentrazioni di anidride carbonica nell'atmosfera hanno continuato ad aumentare
BRUXELLES - Record di caldo a livello globale per il 2020, alla pari del 2016 e sesto di una serie consecutiva di anni eccezionalmente caldi (dal 2015), in un decennio (dal 2011) che si è rivelato rovente.
A confermare come la Terra sia nel pieno del riscaldamento globale, che rischia di essere fatale per alcune aree e per le popolazioni che ci vivono, è il Copernicus Climate Change Service (C3S), il programma di osservazione della terra dell'Unione europea.
Nel contempo, nel 2020 le concentrazioni di anidride carbonica (CO2) nell'atmosfera (se alte sono ritenute fra le ragioni del global warming) hanno continuato ad aumentare a un tasso di circa 2,3 parti per milione (ppm) all'anno, raggiungendo il picco di 413 ppm durante maggio, ha segnalato il Copernicus atmosphere monitoring service (Cams).
Il direttore del C3S, Carlo Buontempo, spiega che «il 2020 si distingue per le temperature eccezionalmente calde nell'Artico e un numero record di tempeste tropicali nel Nord Atlantico. Non sorprende - aggiunge - che l'ultimo decennio sia stato il più caldo mai registrato. Tutto ciò evidenzia l'urgenza di ridurre drasticamente le emissioni per prevenire impatti climatici negativi in futuro».
La più grande deviazione annuale della temperatura media dal periodo di riferimento standard 1981-2010 è stata nell'Artico e nella Siberia settentrionale, sino a sei gradi al di sopra della media. Tanto è vero che, secondo i dati del satellite Sentinel 1 del programma europeo Copernicus, è a rischio anche l'ultimo baluardo dei ghiacci artici, lo stretto di Nares che separa la Groenlandia dal Canada: la stabilità dei ghiacci nell'area è diminuita negli ultimi 20 anni.
Al Circolo Polare Artico gli incendi nel 2020 hanno rilasciato una quantità record di 244 mega tonnellate di anidride carbonica, oltre un terzo in più rispetto al picco del 2019. Anche per l'Europa è stato l'anno più caldo. Vincent-Henri Peuch, direttore del Cams, spiega che «fino a quando le emissioni globali nette non si ridurranno a zero, la CO2 continuerà ad accumularsi e a determinare ulteriori cambiamenti climatici» con eventi meteo molto pericolosi.
Nel contesto della pandemia Covid-19, è stata stimata una riduzione di circa il 7% delle emissioni di CO2 fossile ma non basta. «Non abbiamo tempo da perdere per garantire una giusta transizione verso un futuro a zero emissioni» sottolinea Matthias Petschke, Direttore della direzione Spazio (DG Defis) della Commissione europea secondo cui «gli impegni presi nell'ambito del nostro Green Deal europeo sono necessari».