Il ministro dell'Interno: «Se necessario, la singola stazione sciistica può anche essere chiusa».
Il rappresentante del settore in parlamento: «Se vado a 200 all'ora in autostrada devo essere punito, ma a nessuno verrebbe l'idea di vietare la circolazione stradale!».
VIENNA - Vacilla il proposito austriaco di tenere aperte le stazioni sciistiche nonostante numeri del contagio da coronavirus che non scendono. Nel fine settimana, Vienna ha dovuto infatti rafforzare la presenza di polizia nei comprensori a causa delle «immagini catastrofiche» (da un punto di vista epidemiologico) che da alcuni di essi arrivavano. La minaccia: chi non rispetta le regole chiude.
«Da alcuni comprensori sciistici ci sono di nuovo giunte delle immagini in parte catastrofiche», ha dichiarato nel weekend il ministro federale della Sanità, Rudolf Anschober (Verdi), riferendosi a foto di lunghe e dense file e all'assenza, qua e là, delle mascherine FFP2, obbligatorie sugli impianti di risalita e all'accesso agli stessi. «Se continuano a esserci immagini di singole stazioni sciistiche nelle quali i concetti di sicurezza non vengono applicati e le misure non vengono rispettate, le autorità devono colpire duramente», gli ha fatto eco la ministra del Turismo, Elisabeth Köstinger (ÖVP).
Il ministro dell'Interno, Karl Nehammer (ÖVP), ha disposto quindi che la polizia (federale) supporti maggiormente le autorità sanitarie (locali) nei controlli. «Se necessario, può anche essere chiusa la stazione sciistica», ha dichiarato. L'obiettivo: colpire le «pecore nere», non tutto il settore.
L'esercizio di equilibrismo, fa notare la Welt, sarebbe il risultato, non da ultimo, dell'influenza del deputato tirolese Franz Hörl, membro del partito del cancelliere Sebastian Kurz (ÖVP) e rappresentante degli interessi degli impianti di risalita. «Se vado a 200 km/h su un'autostrada austriaca devo essere giustamente punito! Tuttavia, a nessuno verrebbe l'idea di vietare la circolazione stradale!», sintetizza il suo pensiero con una metafora il politico 64enne.
Particolarmente interessata da un certo assalto di visitatori è stata, in queste settimane, la zona del Semmering, in Bassa Austria. A meno di cento chilometri da Vienna, è infatti meta di molti abitanti della capitale desiderosi di evadere dalle limitazioni del confinamento.