La proposta del presidente bavarese, Markus Söder, accende il dibattito in Germania. Contrario il ministro del Lavoro
BERLINO - In Germania si apre il dibattito sull'obbligatorietà del vaccino, almeno per i sanitari. A lanciare questa opzione, sempre esclusa finora dal governo, è il presidente bavarese Markus Söder.
Dalle pagine della Sueddeutsche Zeitung, Söderspinge per un aumento della produzione del vaccino anti-Covid e per un provvedimento che renda il vaccino obbligatorio per gli assistenti delle case di cura, una categoria che vede un alto tasso di rifiuti finora. Contrario il ministro del Lavoro Hubertus Heil.
Per Söder, «è troppo alta la quota di chi rifiuta di sottoporsi al vaccino fra gli assistenti nelle case per anziani, sarebbe il caso che il comitato etico si occupasse della questione e dicesse per quali categorie possa essere presa in considerazione l'obbligo del vaccino». Ma il socialdemocratico Heil ha già replicato: bisogna lavorare per «fare in modo che vi sia l'accettazione del vaccino nella popolazione», non è affatto il momento di parlare di obblighi.
Sul fronte dell'approvvigionamento, Söder ha sottolineato il ruolo di primissimo piano, per quanto riguarda il settore farmaceutico in Europa, della Germania, rilevando che un boost della produzione di vaccini apporterebbe un grande beneficio all'intero continente.
Un ulteriore rinforzo però, secondo il presidente bavarese, è necessario anche per rilevare le mutazioni del coronavirus in circolazione. In altre parole, servono più laboratori dedicati al sequenziamento e all'identificazione del patogeno. Senza dubbio il lockdown tedesco «ha ridotto la diffusione della variante, ma non l'ha fermata».
La variante preoccupa anche Merkel - «Abbiamo bisogno di misure dure per altre 8-10 settimane». Lo ha detto Angela Merkel, citata dalla Bild online, secondo quanto ha riferito una fonte che ha partecipato a un incontro di lavoro della Cdu. La cancelliera tedesca ha espresso forte preoccupazione per la diffusione della mutazione inglese del virus: «Se non riusciamo a fermarla - ha detto - avremo entro Pasqua un'incidenza del virus pari a 10 volte» superiore rispetto a quella attuale.