Bruce Ackerman e Samuel R. Rosen, docenti di diritto, suggeriscono di lasciar perdere l'impeachment
Secondo loro, è meglio appoggiarsi sul 14esimo emendamento della costituzione
WASHINGTON - Per bandire Donald Trump dai pubblici uffici non serve l'impeachment, basta più semplicemente e velocemente applicare la sezione terza del 14esimo emendamento della costituzione.
Lo suggeriscono in un intervento sul Washington Post due autorevoli giuristi americani, Bruce Ackerman e Samuel R. Rosen, docenti di diritto rispettivamente alla Law School di Yale e dell'Indiana University.
La sezione terza del 14esimo emendamento prevede tra l'altro che nessuna persona che abbia prestato giuramento come funzionario esecutivo possa ricoprire alcuna carica civile o militare se si accerta che è stata coinvolta "in insurrezione o ribellione" contro la costituzione.
Secondo i due esperti, basterebbe un voto di maggioranza semplice di entrambe le Camere, anziché i due terzi previsti in Senato per la condanna nel processo di impeachment. In base al 14esimo emendamento, Trump potrebbe ricandidarsi alla Casa Bianca solo se riuscisse a persuadere il futuro Congresso, «con un voto di due terzi di ciascuna Camera, a rimuovere questa disabilità».
Il presidente uscente, ammettono, potrebbe impugnare la decisione nei tribunali ma sarebbe rischioso, perché dovrebbe testimoniare sotto giuramento rispondendo ad un interrogatorio dettagliato da parte degli avvocati del governo sulla sua condotta in relazione all'assalto del Congresso da parte dei suoi fan. Inoltre, se l'autorità giudiziaria confermasse la decisione del parlamento, la sua sentenza vanificherebbe le accuse dell'estrema destra che Trump è vittima di una vendetta di parte.
I due giuristi invitano quindi a seguire questa strada e fare un passo indietro, fermando un impeachment «affrettato» che a loro avviso non potrebbe concludersi entro il 20 gennaio e non potrebbe proseguire dopo che Trump ha lasciato la Casa Bianca: «La costituzione prevede l'impeachment solo come uno strumento per procedere contro un presidente mentre è in carica, per proteggere il Paese, non per punire il trasgressore», sottolineano.