Si tratta di una decisione simile presa dalla Corte Suprema nel 1969 a favore di un leader del Ku Klux Klan
In quel caso la libertà di parola ha tutelato la "retorica incendiaria" di Clarence Brandenburg
NEW YORK - La decisione della Corte Suprema del 1969 che ha scagionato uno dei leader del Ku Klux Klan potrebbe mettere al riparo Donald Trump da eventuali incriminazioni per aver incitato la violenza al Campidoglio, lasciando sul campo poche alternative contro il presidente nel caso in cui l'impeachment dovesse fallire.
La Corte Suprema nel caso Brandenburg v. Ohio nel 1969, riporta l'agenzia Bloomberg, stabilì che il diritto costituzionale alla libertà di parola tutela la retorica incendiaria a meno che non inciti a «imminenti azioni contro le legge o produca tali azioni». La decisione capovolse la condanna di Clarence Brandenburg, un leader del KKK dell'Ohio incriminato dallo stato per aver esortato alla violenza contro gli afroamericani e gli ebrei.
Nel caso di Trump le autorità dovrebbero quindi dimostrare il suo intento a provocare la violenza, ma le parole del presidente - secondo alcuni esperti legali - sono abbastanza vaghe da poter sostenere in tribunale che voleva solo una manifestazioni pacifica fuori dal Congresso.
Gli esperti comunque sono divisi. Alcuni sostengono che per le autorità «l'intenzione a incitare» la violenza è qualcosa di difficile da dimostrare. Altri invece sono convinti che Trump potrebbe essere incriminato sulla base del suo discorso prima delle proteste violente e del video diffuso successivamente in cui il presidente descriveva i manifestanti come «persone molto speciali. We love you».